Elite degenere.La sbornia collettiva di un campus

dell’Ivy League infanga il blasone della classe dirigente

Dartmouth è la più piccola università dell’Ivy League, un gioiello ultraselettivo nel mezzo dei boschi del New Hampshire con 250 anni di storia, severo motto latino (“Vox clamantis in deserto”) e tutto l’apparato classico delle istituzioni dell’élite, dalle società segrete al coro maschile a cappella. I seimila studenti che la frequentano sono destinati  a far parte della classe dirigente americana assieme ai loro pari che escono da Harvard o Yale con cappello, toga e preziosissimo titolo in cornice, tutti allevati nella prestigiosa ambientazione del New England. Da Dartmouth sono usciti ministri, governatori, deputati, economisti, dirigenti d’azienda, trader di Wall Street  e pure attori di Hollywood.

L’ex segretario del Tesoro, Timothy Geithner, ha studiato nel blasonato college del New Hampshire, e Jim Yong Kim è stato per tre anni il presidente dell’istituto prima di essere nominato alla presidenza della Banca mondiale. Dartmouth però si è presa una sbornia. Alle toghe della laurea gli studenti preferiscono le toghe di “Animal House”, nel campus scorrono impressionanti quantità di alcol e droga, i ragazzi trascurano gli esami e si dedicano anima e corpo – ma più che altro corpo – a feste dove si registrano “comportamenti estremi mascherati da divertimento legittimo”, come li ha definiti, in modo pudico, il rettore, Philip Hanlon, che denuncia la degenerazione di questo pezzo d’élite. Per il momento è solo una vox clamantis in deserto: la fama dell’istituzione si è appannata, il blasone infangato, le domande d’iscrizione sono scese del 14 per cento lo scorso anno, mentre aumenta il tasso degli abbandoni. Il rettore denuncia le “molestie sessuali” che crescono nell’ateneo, “una cultura dove gli eccessi nel bere sono diventati la regola”, “feste dove si respira razzismo e sessismo”, e ancora “insulti disgustosi” generalizzati, persecuzioni sui social, abitudini antisociali e, insomma, tutto quello che i genitori degli studenti non vorrebbero sentirsi dire quando sulla barca a vela ormeggiata a Cape Cod domandano: “E allora, come vanno le cose all’università?”.

Si può sempre dire, senza timore d’essere smentiti, che la cittadina di Hanover non è propriamente una metropoli luccicante, e questi seimila ragazzi dal futuro promettente dovranno pure trovare il modo di godersi un po’ il presente. Così fan tutti i loro colleghi nelle università “normali”, quelle che si possono scegliere anche in base a speciali classifiche dei migliori party nei campus. Gli studenti di Dartmouth sono parte dell’élite, da loro ci si aspettano svaghi non si dica completamente innocui ma almeno adeguati allo status sociale che rappresentano, e una cosa è la goliardìa anche spinta prevista dal rituale del “sistema greco” dell’università di rango, un’altra sono le prove iniziatiche raccontate in un editoriale apparso sul quotidiano del campus: “Immergersi in una piscina piena di vomito, urina, feci, sperma e cibi marci, mangiare omelette fatte di vomito e bere boccali di aceto”. Evidentemente la situazione è sfuggita di mano, e il rettore – che in modo non peregrino ha parlato di gesti che denotano “disprezzo della dignità umana” – le sta provando tutte per contenere questo curioso caso di degenerazione dell’élite in un placido angolo del New England.

“E’ tempo per Dartmouth di cambiare”, ha detto Hanlon, che ha persino parlato con il vicepresidente, Joe Biden, del clima di eccessi che si respira all’università. Clima che mette a repentaglio anche i risultati accademici di questi selezionati rampolli e deprime le richieste d’iscrizione. Da tempo le confraternite di Dartmouth vengono tenute d’occhio dalle autorità universitarie, e un anonimo membro della famigerata Sigma Alpha Epsilon qualche anno fa ha raccontato le truci liturgie celebrate (e fatte celebrare) dai membri. Fra le denunce raccolte dalla polizia si parla pure di “assalti sessuali con oggetti”, qualunque cosa voglia dire. La vicenda di Dartmouth non è una stortura isolata in un sistema altrimenti rimasto ai costumi esageratamente morigerati della Plymouth Plantation. Il mondo universitario americano sta virando dal sano divertimento a qualcosa di diverso e più oscuro, tanto che la Casa Bianca ha istituito una task force per studiare il problema. Una task force non vuol dire granché in questi tempi, ma nella vicenda di Dartmouth c’è il ritratto della degenerazione di un mondo dove circolavano supposte alcoliche quando noi ancora rubavamo le sigarette ai genitori.

© - FOGLIO QUOTIDIANO

di Mattia Ferraresi   –   @mattiaferraresi, 18 aprile 2014 - ore 12:30 

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