1. IL POTERE CHE SI VEDE E’ SEMPRE RIDICOLO

(MA DALLE NOSTRE PARTI LO E’ COL BOTTO) –

2. AGGIUNGERE UN GIORNALISMO CHE È IN TUTTO E PER TUTTO “PART OF THE GAME”, INCARICATO DI COSTRUIRE DAL NULLA UNA NON-NOTIZIA COME “LA TELEFONATA RISOLUTIVA”. MA RISOLUTIVA DI CHE COSA? BOH! PERÒ È TELEFONATA TRA “LEADER”. E ‘STI CAZZI! - 3. INFORMAZIONE E PALAZZO, SPECCHIANDOSI L’UNA NELL’ALTRO, CONTINUANO A PERDERSI PER STRADA MILIONI DI LETTORI E DI ELETTORI. PARLANO DI ITALICUM E DOPO TRE MESI ANCHE QUEI POCHI CITTADINI CHE SE N’ERANO INTERESSATI HANNO GIÀ DIMENTICATO TUTTO - 4. POI TI METTONO 80 EURO IN BUSTA PAGA CON UNA MANOVRA SMACCATAMENTE ELETTORALE – ALLA ACHILLE LAURO, PER INTENDERSI – E L’UNICA RISPOSTA DIGNITOSA È (RI)PRENDERSELI, QUEI SOLDI, MA CONTINUARE A LASCIARLI CUOCERE NEL LORO BRODO DI ULTIMATUM, VERTICI, MEDIAZIONI, PATTI E “TELEFONATE RISOLUTIVE”. AMEN -Dago Spia

a cura di Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. (Special Guest: Pippo il Patriota)

1 - IL POTERE CHE SI VEDE E' SEMPRE RIDICOLO (MA DA NOI LO E' PARTICOLARMENTE)

"Le posizioni sono cambiate di ora in ora, con chiusure nette alternate a marce indietro, e si sono sbloccate solo a tarda sera con una telefonata risolutiva tra i due leader". C'è tutta la politica italiana, in queste sette righe del Corriere della Sera di oggi, sotto l'avvincente titolo: "Berlusconi-premier, una telefonata per rilanciare il patto" (p. 10).

Ci sono la sintesi dell'ammuina continua e il senso di fibrillazione (falsa) che fa sentire vivo il Palazzo. C'è l'astrazione tattica su oggetti che sfuggono al popolo, ma anche agli stessi augusti giocatori. C'è un giornalismo che è in tutto e per tutto "part of the game", incaricato di costruire dal nulla una non-notizia come l'intervista-ultimatum e "la telefonata risolutiva". Ma risolutiva di che cosa? Boh! Però è telefonata tra "leader". E ‘sti cazzi.

Bisogna ringraziarle, giornate come queste. Perché sono la rappresentazione perfetta di come informazione e Palazzo, specchiandosi l'una nell'altro, continuano a perdersi per strada milioni di lettori e di elettori.

Parlano di Italicum e dopo tre mesi anche quei pochi cittadini che se n'erano interessati hanno già dimenticato tutto. Poi ti mettono 80 euro in busta paga con una manovra smaccatamente elettorale - alla Lauro, per intendersi - e l'unica risposta dignitosa è (ri)prenderseli, quei soldi, ma continuare a lasciarli cuocere nel loro brodo di ultimatum, vertici, mediazioni, patti e "telefonate risolutive".

2 - NANO DECADENCE & GRANDI RIFORME

La Repubblica dei Renziani mette le cose in ordine: "Berlusconi chiama Renzi. ‘Non romperò il patto'. Il premier: ‘Ma ora i fatti'. Telefonata tra Cavaliere e presidente del Consiglio. Palazzo Chigi: se salta l'intesa, salta pure l'Italicum" (p. 2). La Stampa di Detroit si aggiudica il premio "Prima pagina inutile" con il seguente titolone: "Riforme, Berlusconi chiama Renzi".

Prima della telefonata "tra leader", però, si era lavorato duramente. Anche nelle redazioni dei giornali. E allora ecco il retroscena del Corriere. Sotto il goloso titolo "I pontieri al lavoro e lo spettro delle urne", si scopre che ci sono stati "nuovi contatti tra il premier e Verdini. I timori di Forza Italia che sia il segretario a volere le urne". E padre Massimo Franco ci spiega che "Forza Italia è più rigida perché ha paura delle Europee" (p. 9).

Sul Messaggero, intervista del Pupino Toti: "Senza di noi non hanno i numeri. I guai per Matteo arrivano dal Pd. La maggioranza è divisa, basta guardare i malo di pancia dei democrat e del nuovo Centrodestra" (p. 6).

Poi c'è la storia della condanna da eseguire per la mega-truffa fiscale Mediaset. La Stampa: "I due giorni d'ansia del Cavaliere. Si profilano i servizi sociali. Ma potrebbe fare campagna elettorale per le europee" (p. 6). Il Giornale fa capire che il Banana non intende lasciarsi andare al vittimismo e titola a tutta prima: "Parte l'operazione bavaglio. Due giorni all'arresto. La magistratura ‘scheda' Berlusconi. Tutto pronto per il vertice tra il leader di Fi e Renzi". E spiega che "l'incubo del Cavaliere è il bavaglio ad personam" che potrebbe essere contenuto nelle modalità dell'affidamento in prova (p. 6).

Guardia alta al Cetriolo Quotidiano: "Domiciliari, l'ultima di B. Si farà operare al menisco. Berlusconi cerca il modo per rinviare l'esecuzione della pena. Ora si parla di un intervento al ginocchio. I legali trattano perché possa tenere comizi e andare in video" (p. 1).

3 - NON FA SOSTA LA SUPPOSTA

In questo paragrafo si narra di come, allo scopo di finanziare la famosa mancia elettorale degli 80 euro per le Europee, si ramazzano soldi qua e là, preferibilmente a casaccio. Il Corriere delle banche è ovviamente eccitato dal rumore delle forbici: "Renzi vuole tagli per 6 miliardi", annuncia in prima pagina. Dentro, spazio alla propaganda di bassa lega: "Crescita e spese, terapia d'urto. Più vicini a chi guadagna meno'. Renzi: avanti sugli stipendi ai dirigenti. Oggi consiglio dei ministri". E poi, momento Agenzia Stefani: "Matteo Renzi all'uscita da Palazzo Chigi ieri è entrato in una libreria. Per comprare, tra gli altri saggi di Stefano Rodotà e Giulio Tremonti" (p. 2).

La Stampa fa sognare i cassintegrati Fiat con un bel pezzone: "La sforbiciata sui dirigenti può valere un miliardo l'anno". E ancora: "Renzi inizia da Palazzo Chigi. Giro di poltrone con i primi tagli. Ai capi dipartimento in scadenza 15 mila euro in meno" (p. 3).

Anche il Messaggero fa la lista della (non) spesa: "Tagli da 6 miliardi per ridurre l'Irpef. Giro di vite sui costi della Difesa" (p. 2).

4 - POLTRONISSIME E ROTTAMAZIONE

Siamo alla settimana decisiva per le nomine pubbliche e Repubblica registra le prime difficoltà per il governo: "Braccio di ferro tra Padoan e Renzi sui vertici aziendali. I candidato targati Letta-D'Alema sostenuti dal Tesoro. Ecco i documenti Eni ed Enel che stoppano Scaroni e Conti". Il giornale diretto da Eziolo Mauro racconta che i board delle due società hanno approvato norme interne che richiedono requisiti di "indipendenza" per i prossimi presidenti, ma che lo hanno fatto quando i capi azienda erano convinti di restare ad. Tuttavia ammette che si tratta di orientamenti non vincolanti per le rispettive assemblee (p. 7).

Il Corriere illude i suoi lettori con il titolo "Eni, Enel e Post. I nomi del cambio" e sciorina un po' di ipotesi e indiscrezioni varie (p. 5). Di Paolo Scaroni, in uscita dall'Eni, scrive che "avrebbe una exit strategy molto remunerativa a Londra dalle parti di Goldman Sachs o Morgan Stanley". Poi butta lì i nomi di Descalzi e Cao per Eni; di Ferraris o Brentan per Enel; di Mondardini per le Poste. "Ma tutto è ancora possibile nell'era Renzi. Basta ricordare l'insuccesso del totoministri per capire che ci saranno grosse sorprese".

Su Finmeccanica, il Giornale sostiene che "in attesa della cessioni, il mercato fa il tifo per un difficile Pansa bis" (p. 20).

5 - AGENZIA MASTIKAZZI

"Cicche, incuria e vecchi arredi. La vetrina offuscata di Palazzo Chigi". Il Corriere oggi dedica un'intera pagina a descrivere "la casa del governo" (p. 6). La sensazione è che fosse una scusa per sperimentare una nuova, complicatissima, infografica.

6 - RUBARE DIVERTENDOSI

Inchiesta istruttiva sull'Enac da parte della magistratura romana: "Negli aeroporti volavano mazzette. Appalti gonfiati a Roma, i lavori sempre alle stesse ditte. Arrestati l'ex direttore di Ciampino, funzionari Enac e imprenditori. In cambio anche la ristrutturazione di una villa e una piscina. Le risate al telefono: ‘Siamo la barzelletta dell'Urbe'. Prezzi decuplicati. Per la recinzione di uno scalo gara da 900 mila euro: per farla ne bastavano 80mila" (Repubblica, p. 19).

7 - UHM, LO STRANIERO E' UNO SPARVIERO

Il Corriere delle banche va a rovistare negli affari di David Martinez, finanziere messicano appena spuntato nell'azionariato del Monte dei Pacchi di Siena, e non ci vede chiaro. Pare che il tipo abbia strutture di controllo offshore, una pratica che tra i nostri padroni del vapore, com'è noto, è assai mal vista. "Galassia Martinez. Dalle Isole Vergini a Barcellona e Siena. Il ruolo del misterioso Julio Herrera, l'uomo che dal '97 si muove per il finanziere messicano. Nel 2003 si scontrò con Vodafone e Movil per il controllo di Iusacell" (p. 33).

8 - FREE MARCHETT

Evvai! E' passato un altro anno e torna a Milano il Salone del Truciolato Brianzolo d'Autore! Corriere della Sciura già in bambola: "A Milano prove di Expo. Il Salone del mobile vuol ‘nutrire' la ripresa. Le mostre prima degli affari. Oggi apre la Fiera di Rho e in città sono mille gli eventi tra sostenibilità e coscienza civile" (p. 28). Abbiamo sempre sospettato che dietro certi pensili si nascondesse una coscienza civile.

9 - ULTIME DA UN POST-PAESE

Chi l'ha detto che non sappiamo richiamare il turismo di fascia alta? Ecco da Roma un'altra bellissima storia, nonostante l'oscurantismo di certa stampa: "Il golf a Caracalla, scempio a Roma. Campo e club house tra le mura aureliane e le terme. Soprintendenza e Regione avevano detto no. Ma ora il Tar ha annullato lo stop dando ragione alla proprietà. Archeologi in rivolta: ‘Fermateli'. Dietro il progetto un gruppo di società tra cui la Andros del gran capo di Salini-Impregilo. La Regina: ‘un orrore'" (Repubblica, p. 21).

10 - LA GUERRA DIETRO OGNI PAROLA (VIGILANZA LINGUISTICA)

Il direttore della Lavazza, ieri sera a Report, di fronte a miscele evidentemente scadenti: "Conta la qualità percepita".

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