Renzi e l'intesa con il Cav e il Pd dice 111 sì.

34 astenuti.  E nessun no

Di Franco Adriano e Giampiero Di Santo, Italia Oggi

Renzi presenta l'intesa con il Cav e il Pd dice 111 sì. E nessun no

O tutto il pacchetto di riforme o salta l’accordo. Matteo Renzi, segretario del Pd, ha presentato così alla direzione del Pd tuttora in corso  l’intesa con Forza Italia che prevede la nuova legge elettorale sul modello spagnolo , con un sistema maggioritario e premio di maggioranza, ragionevole, del 18% al massimo nel caso in cui si arrivi al 35%, turno di ballottaggio tra due coalizioni nel caso in cui non si arrivi alla soglia, e liste bloccate, ma con collegi  plurinominali . Oltre a una soglia di sbarramento che va dal 5% all’8% nel caso di forza politica che si presenti da sola, al 12% in caso di coalizione. Una proposta e una relazione approvate dalla direzione con 111 voti a favore e 31 astensioni e che comprende anche la rivisitazione del titolo quinto della Costituzione e quindi il ritorno della centralità dello stato nella politica energetica  e di promozione turistica all’estero ,  la cancellazione del senato così come è, la riduzione del numero dei parlamentari complessivi da 945 a 630,  e il taglio dei costi della politica, con interventi in particolare sulle regioni, perché i consiglieri regionali non potranno guadagnare più dei sindaci delle città capoluogo e sarà superato il finanziamento pubblico dei gruppi consiliari regionali, fonte di scandali continui. “Questa non è una riforma costituzionale, ma c’è condivisone con  questo anche con le altre forze politiche”, ha detto Renzi. “Spero di chiudere su questo capitolo per il 25 maggio, cosicché alle elezioni europee potremo spiegare agli elettori che la politica la facciamo noi, non Grillo”. Ma al di là della polemica con il leader del M5S, Renzi ha spiegato il senso politico dell’accordo raggiunto con  Berlusconi “sulle regole” e soprattutto sulla legge elettorale: “Molti hanno fatto di tutto per portare Berlusconi a palazzo Chigi o per farcelo tornare”, ha detto Renzi con riferimento alle vicende dell’Unione nel  2006 e successivamente alle larghe intese attuali: “Noi facciamo le facciamo regole con Berlusconi per non farci più il governo, per vincere le elezioni e governare con il nostro programma”, ha detto il numero uno del Pd. "Veltrroni diceva che il Pd deve avere vocazione maggioritaria e sono d'accordo con lui. Questa lergge è fatta apposta per governare e il nostro avversario, qualsiasi avversario, ha lo stesso nostro diritto di giocarsi la sua partita. Il Porcellum se l'erano votati loro, il centrodestra, adesso siamo a un passo dall'accordo. Non state votando sulle proposte del segretario, ma di 3 milioni di italiani che hanno votato alle primarie.  Se vinciamo noi cambieremo il titolo V della Costituzione, , supereremo il senato attuale e cambieremo la legge elettorale. C’è un accordo che va oltre la scadenza del 2014 ed è stato ingeneroso sentirsi dire che Renzi intendeva fare le scarpe al premier".  

Cuperlo: Così non va bene

"La proposta non è convincente, non garantisce rappresentanza adeguata né il diritto dei cittadini a scegliere gli eletti». Ginni Cuperlo, presidente del Pd, ha sottolineato così le sue critiche nei confronti della riforma elettorale proposta da Renzi. E ha ricordato come sia stato un azzardo dialogare direttamente con Berluscconi: "non era più così egemone, ora spingiamo ancora da lui coloro che se ne erano distaccati", ha detto con riferimento al ncd di Angelino Alfano") e, soprattutto, il fatto che sia venuta meno la democrazia interna. Per questo Cuperlo rilancia l'idea di una consultazione online tra iscritti e dirigenti e contesta l'idea che le primarie abbiano dato un potere assoluto al leader. «Un partito non funziona così».

Veltroni: giusto il metodo Renzi, anche io tentai di fare le riforme con Berlusconi

"Il metodo è quello giusto, è giusto discutere con gli altri per scrivere le regole del gioco. Io provai con Berlusconi a scrivere le regole come stiamo facendo adesso, ma non ci riuscii perché Berlusconi era troppo forte", ha detto Walter Veltroni. "Mai come oggi, il nostro paese è sull'orlo di una crisi molto forte, perchè il combinato disposto della recessione e della crisi istituzionale rischia di avere un peso molto forte sul nostro Paese", ha aggiunto Veltroni: "E' quando si verificano crisi istituzionali ed economiche che i paesi conoscono le loro stagioni più buie. Come diceva Calamandrei: le democrazie muoiono per incapacità di decidere.

I sì di Fassino e Marini

"Chi oggi accusa Matteo Renzi per aver parlato con Silvio Berlusconi in passato ha sempre sostenuto la necessità di confrontarsi anche con gli avversari. Lo ha detto il sindaco di Torino e numero uno dell'Anci Piero Fassino:"Mi colpisce che oggi rimproverino a Renzi di avere parlato con Berlusconi quelli che per un certo periodo sostenevano che bisognasse parlarci". Franco Marini, dal canto suo, si è detto favorevole alla proposta del segretario.

La replica di Renzi

"Quando viene detto, come ha detto Cuperlo che il sistema è concatenato si dice una verità oggettivo. Questa concatenazione non può produrre strane alchimie su tempistica di approvazione. Mercoledì il disegno di legge alla camere e in febbraio approvazione in prima lettura. Poi al senato e convocazione dei capigruppo. Entro il 15 febbraio gruppi che lavoreranno al titolo quinto formulino le loro proposte. Legge elettorale non va legata al tema delle altre riforme, va approvata entro il 25 maggio"

LA STAMPA . Legge elettorale, Renzi lancia «Italicum» “Doppio turno contro le larghe intese”

Via libera della direzione Pd alla proposta del segretario: 111 sì e 34 astenuti

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