Manuale di conversazione, I GURU
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I GURU
- Detestare l’alimentazione dei guru,
non tanto perché sanissima, vegetariana e biologica, quanto per il tacito rimprovero implicito nei confronti dei superficialoni che fanno la spesa al supermercato sotto casa.
- Avere un collega d’ufficio che legge solo libri di mistica sufi, fa discorsi fumosi di cui si stenta a intravedere il senso e si fa persino chiamare con un nome sanscrito, ma quando è colto da crisi d’ira sfonda l’armadio a pugni.
- Stigmatizzare il guru della comunicazione. Si riconosce dall’abbigliamento monocromatico (total black or white), simboleggiante il rigore del pensiero. Seguace del minimalismo, sovente esibisce un’eccentricità estetica, come un’acconciatura particolare. Si circonda di accessori inusuali, come un portasigarette di pelle di squalo o un orologio con catena di plastica viola. Non nomina mai il denaro, ci sono altri che lo fanno per lui. Parla a un volume a malapena udibile. Cita solo scrittori e fotografi conosciuti a lui solo. Durante le riunioni tiene costantemente gli occhi socchiusi, così da lasciare nel dubbio gli altri partecipanti che stia dormendo. Dopo anni di lavoro si ritira nella regione d’origine a produrre del vino biologico.
- Deplorare l’amico che dopo avere trascorso svariati mesi d’agosto in India, sparge manciate di spezie esotiche a casaccio su delicatissimi moscardini alla ligure, rovinandoli irrimediabilmente, con la scusa che nell’Andhra Pradesh li cucinano così.
- Aborrire quelli che anche in vacanza si alzano al primissimo albeggiare, solitamente svegliando tutti i compagni di viaggio, quindi si piazzano sulla terrazza, o comunque in un luogo pubblico, in mutande a fare esercizi di Tai Chi Chuan, Qi Gong o altre discipline orientali.
- Fuggire come la peste i folgorati sulla via dello yoga che, dopo la seconda lezione, passano un intero party a spiegarti quanto stiano meglio dal punto di vista fisico e anche mentale.
- Provare un incontenibile desiderio di perpetrare atti di dissennata violenza nei confronti di chiunque usi l’espressione “a livello emotivo”.
- Depennare dalle proprie amicizie Facebook chiunque abbia mai postato, anche un’unica volta, una qualunque frase di saggezza del tipo: “Le persone esistono per essere amate, le cose per essere usate.” Defalcare immediatamente dalle proprie amicizie tout court chiunque abbia mai citato Paulo Coelho.
- “Intraprendere un percorso”. In linea generale irritarsi, ma decidere di volta in volta.
- In presenza di concetti anche vagamente new age assumere immediatamente posizioni veteropositiviste, indipendentemente dal fatto che rispecchino o meno la propria visione del mondo.
- Se la discussione tocca temi spirituali, scommettere con un amico su chi sarà il primo a dire che Gesù è stato il più grande rivoluzionario.
- Quelli che con una bella dormita passa tutto, anche il cancro. Oh, yes. (Enzo Jannacci)
- Avere un amico che non assume alcun tipo di farmaco, perché il corpo sa cosa gli serve per guarire. Replicare di avere un corpo estremamente ignorante.
- “A livello energetico”. Vedi “intraprendere un percorso” e “a livello emotivo”.
- Essere stati fidanzati con una vera sciroccata che leggeva solo Gurdjieff, Osho e Yogananda. La sua estrema avvenenza è un’attenuante.
© - FOGLIO QUOTIDIANO di Andrea Ballarini, 10.1.2014