Della Corea del nord ci beviamo tutto. La notizia

dei 120 cani spiega come i media pensano Pyongyang

Perfino la strapotente Agenzia per la sicurezza nazionale americana, che tutto vede e tutti intercetta, ha un’idea soltanto vaga di quello che succede dentro i confini della Corea del nord. E’ troppo poco interconnessa per poterne ricavare qualche informazione utile. Dal regno di Kim Jong-un riceviamo solo scarni dispacci stampa, fotografie di desolazione sciistica, e sono pochissime le volte che brandelli di informazione di valore riescono a trapelare. Anche perché i nordcoreani sono maestri di controspionaggio, e non si contano le volte in cui i più grandi servizi di intelligence del mondo sono stati menati per il naso.

Così succede che la Corea del nord diventi per i media una terra ignota, da cui possono uscire le notizie più inimmaginabili, quelle che altrove sarebbero prese per folli. Ieri molti siti di informazione (quelli italiani, anche i più autorevoli, con grande risalto) hanno descritto i particolari scioccanti della morte dello zio del dittatore Kim Jong-un, Jang Song-thaek, caduto il mese scorso sotto le purghe del regime. Il crudele Kim avrebbe affamato per tre giorni una muta di centoventi cani rabbiosi. Poi avrebbe fatto gettare lo zio, nudo e in compagnia di cinque collaboratori, nella gabbia dei cani, che hanno sbranato le prede. Le bestie avrebbero pasteggiato a carne umana per un’ora. Il regime nordcoreano è famoso per le sue pene medievali, ma la notizia dei centoventi cani fa suonare troppi campanelli d’allarme. La fonte, anzitutto, sarebbe un giornale di Hong Kong, il Wen Wei Po, che avrebbe pubblicato la notizia a inizio dicembre senza che fino agli scorsi giorni nessuno, nemmeno gli interessati media sudcoreani, l’abbia ripresa. Il Wen Wei Po è uno dei giornali più screditati di Hong Kong, e per quanto la notizia potesse essere succosa, non era credibile. Ma “inspiegabilmente”, come scrive Chad O’Carroll su Nk News, intorno a Natale la notizia è rientrata nel circuito giornalistico, ripresa da un piccolo giornale di Singapore. Il telefono senza fili dell’informazione sulla Corea del nord era pronto, i nostri media sono stati i primi a cascarci.

© - FOGLIO QUOTIDIANO, 4.1.2014

Solo gli utenti registrati possono commentare gli articoli

Per accedere all'area riservata