Manuale di conversazione, IL NUOVO ANNO

Come fare bella figura in salotto senza sapere quel che si dice

IL NUOVO ANNO

- Fare il proposito di perdere dieci chili. Se lo si fa, evitare di dirlo: usurato. Comportarsi analogamente con lo smettere di fumare, fare attività fisica, curare meglio l’alimentazione.

- Dire di avere smesso di fare propositi che poi vengono puntualmente disattesi rivela un approccio esistenziale pragmatico e alieno al sentimentalismo. Plaudire.

- Provare grande comprensione per quei redattori dei settimanali che per la ventesima volta si devono inventare l’articolo sui buoni propositi per l’anno nuovo. Non arrivare a estendere la solidarietà fino a quelli che includono nell’elenco “Sorridi di più”. A tutto c’è un limite.

- Avere capito che i propositi per il nuovo anno non si realizzano a causa della loro arroganza e perché la vita ci tiene a smentirci. Alcuni esempi di buoni propositi di nuova generazione: diminuire le 60 sigarette quotidiane a 59; passare da 95 kg a 94,8; fare una passeggiata di almeno 0,5 km tutti i semestri. Qualora non si riesca a far fronte neppure a questi, ci si consoli constatando che si sono mancati obiettivi di scarsa importanza.

- Il periodo peggiore è quello dal 2 al 6 gennaio, perché le vacanze di fatto sono già finite, ma l’anno non è ancora incominciato davvero: è un limbo in cui si viene assediati dagli stessi terrori dei giorni precedenti una prima teatrale.

- Notare come mentre si era felici di tornare a scuola il 7 gennaio, da quando si lavora il 7 gennaio è dolore allo stato puro.

- Iscriversi in palestra il 7 gennaio, fare subito due ore, tornarci anche il 9, e a volte anche l’11, poi basta. Nota bene: per i primi tre anni pagare l’abbonamento annuale, poi scaltrirsi e corrispondere solo la quota mensile.

- Il primo giorno di lavoro controllare subito quando arriverà il prossimo weekend lungo. Ammirare/Compatire il/la collega che ha già la mappa completa di tutti i ponti dell’anno.

- Sentirsi molto in colpa nel caso l’anno appena terminato sia stato estremamente positivo.

- Aborrire quelli che fino al 7 gennaio postano su Facebook dei messaggi di amore universale come auspicio per il nuovo anno.

- Ammettere di non riuscire a impedirsi di avere pensieri superstiziosi, la prima volta che si fa qualcosa nel nuovo anno, come se ciò  potesse dare il tono a quella specifica attività per i successivi dodici mesi: la prima volta che si prende un aperitivo; la prima volta che si va al mare; la prima volta che si mangia un gelato ecc. Chiosare che per questo sarebbe meglio saltare la prima volta che si fa sesso e passare direttamente alla seconda.

- Professarsi razionalisti hegeliani, nondimeno contendere il numero di dicembre di Astra a colleghi e amici per leggere le previsioni del proprio segno per il nuovo anno. Qualora si risulti il favorito dello zodiaco, bullarsi.

- Continuare a scrivere 2013 nelle date fino a marzo inoltrato.

- Dopo oltre un decennio in cui ci si è strenuamente impegnati a non mandare sms di buon anno a nessuno, essere riusciti a riceverne solo due (a parte quello di una vecchia zia, ineliminabile). Pregustare il pieno successo del prossimo Capodanno.

- “Con quale desiderio lei entra nell’anno nuovo?” “Con il desiderio di essere risparmiato da domande del genere.” (Karl Kraus)

© - FOGLIO QUOTIDIANO

di Andrea Ballarini

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