Treviso, l’ascolto. Un nuovo strumento

di politica amministrativa partecipata

Ho l’impressione che la maggioranza  si sia incartata e non sappia più cosa fare, che priorità dare alle proposte contenute nel suo programma elettorale che sembrava, allora, tanto diverso e rivoluzionario rispetto agli altri competitori e, come succede spesso al PD, fosse l’unico capace di lanciare Treviso verso lidi soleggiati. Perché il PD sa cosa vuole la gente, viene dalla gente e la rappresenta tutta. Gli altri sono niente. Ha puntato sul Centro Storico facendo scendere dall’alto le soluzioni in barba alla concertazione con i cittadini che, mi pare è venuta dopo. Le difficoltà sorte  non potevano non essere previste perché inserire il nuovo, anche se dovuto, nel vecchio è sempre difficile anche in architettura. Figurarsi quando tocca interessi legittimi che affondano nella storia della città.  

Ora la Giunta si rivolge ai cittadini per sapere cosa vogliono. Il  suo programma non è più sufficiente a confortarla. . Necessita una nuova consultazione “popolare” ma non elettorale. Come metterà in ordine quelle poche,  speriamo perché se tante significa débâcle politica, risposte che riceverà, è un mistero. L’asticella che determinerà la riuscita dell’operazione a quale percentuale di ritorno delle risposte si collocherà?

Di certo siamo in una nuova democrazia, con uno strumento nuovo politico, una consultazione via posta, l’ASCOLTO che definirlo “populista puro” è poco e che sostituisce quello in uso che nel particolare sarebbe ritornare a votare. Che non sarebbe male visto che la maggioranza ottenuta si colloca all’interno del 60%, mi pare meno,  di votanti sugli aventi diritto al voto.  Ho l’impressione che  siamo difronte, scusate, a una furbata. 

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