Letta Jr. o Forlani in miniatura?

Mai chiaro né diretto, manovriero arrogante,

in fondo inadeguato

Enrico Letta ha assunto nel giro di quarantotto ore almeno tre posizioni differenti. Dall’ultimatum per una fiducia in bianco richiesta senza offrire garanzia sul programma e soprattutto sulla questione fiscale è passato a chiedere un mandato di legislatura a “chi ci sta”, per poi far intendere che si potrebbe concludere il dibattito parlamentare anche senza votazione, salvo all’ultima ora rivoltare di nuovo la frittata di fronte all’ipotesi di una rinascita in extremis della maggioranza di larghe intese: vuole la fiducia.

Tutti questi traccheggiamenti, che hanno contribuito a produrre l’inutile aumento dell’Iva, questa genericità nell’indicazione degli obiettivi concreti su cui ci si vuole impegnare, l’evocazione quasi maniacale di una “punizione dei mercati” che però non si è mai concretizzata, danno l’impressione di una leadership confusa e oscillante.

Letta ha sempre insistito nel chiedere un “chiarimento forte”, ma quello che non è affatto chiaro è proprio il percorso politico su cui si sente impegnato lui stesso. Naturalmente può darsi che insieme all’incertezza e alla confusione ci sia una volontà manovriera, una furbizia destinata ad ampliare le tensioni esistenti all’interno del Popolo della libertà da una parte e a riprendere un ruolo da antagonista o di coprotagonista con Matteo Renzi nelle prospettive congressuali del Partito democratico.

Nel clima che si è creato, naturalmente, può darsi benissimo che queste manovre abbiano successo, almeno sul breve periodo. Ciò comunque non basterebbe a superare la sensazione di eterno gran manovriero di Enrico Letta che, o per confusione o esasperato tatticismo, ha ampliato le linee di frattura senza offrire un approdo politicamente solido né ai sostenitori né agli avversari, secondo uno schema reso celebre (e persino caricaturale) ai suoi tempi da Arnarldo Forlani.

1 ottobre 2013 - ore 21:30, Il Foglio

Sarà come dice Ferrara ma è riuscito a spaccare il PDL/FI. Si gioca sulla pelle degli italiani. La classe politica attuale e governativa ci pare mostri una inadeguatezza unica. (ri) 

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