La Troika che è in noi

Saccomanni-Giovannini-Zanonato, un terzetto piuma

che non è stato e non sarà decisivo per i mercati

Il governo Letta, con la sua debole “Troika ministeriale” composta da Fabrizio Saccomanni (Economia), Enrico Giovannini (Lavoro) e Flavio Zanonato (Sviluppo), si è rivelato un governo piuma. E come le piume, dopo aver ondeggiato a mezz’aria fra un rinvio e l’altro, ora fa fatica a cadere. L’evento non fa rumore sui mercati. L’aumento dello spread del nostro debito, quando andò in crisi il governo Berlusconi, stava portando il tasso di interesse oltre il 6 per cento. Ora esso oscilla fra il 4,4 per cento precedente la crisi e il 4,6, meno del 4,7 vigente quando fu formato il governo Letta. La ragione è che s’è campato sulla politica fiscale del governo Monti, che aveva cercato il riequilibrio del bilancio, aumentando le imposte senza affrontare i problemi della spesa e della crescita che comportano scelte indigeste per il Partito democratico. Il governo piuma ha solo scalfito questa politica. Così, mentre esso declina, l’aumento dell’Iva al 22 per cento previsto da Monti è scattato. Ciò perché non c’è stata la spending review che Monti, anche grazie al contributo di Francesco Giavazzi sui sussidi pubblici alle imprese, aveva quantomeno predisposto, senza avere l’energia d’attuarla. Saccomanni l’ha lasciata da parte. L’aumento automatico dell’Iva, altrimenti, si sarebbe potuto evitare, limando le spese di un miliardo su oltre 700 di uscite. La crescita sperata subisce così un colpo negativo. Ma il deficit pubblico per il 2013 rimane vicino alla soglia del 3 per cento di deficit sul pil. E questo nonostante i piccoli (per ora) peggioramenti sul lato delle spese, dovuti a provvedimenti cosidetti “sociali”. Ossia l’assunzione nel pubblico impiego col posto fisso di lavoratori a tempo determinato, con concorsi a loro riservati. Nonché il rinnovo della cassa integrazione in deroga che si trascina di proroga in proroga, senza la promessa riforma.

Poiché la seconda rata di Imu sulla prima casa è destinata anch’essa a scattare automaticamente se non ci saranno altre misure, lo stato e gli enti locali incasseranno nel 2013 e nel 2014 altri 2 miliardi. Ciò in attesa che, nel 2014, si faccia (forse) la riforma della finanza locale per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti urbani e per i servizi specifici, in base al principio della tassa per il costo del servizio.

Il bilancio 2014 è, comunque, salvo. Ma la crescita del pil è una piuma al vento, affidata agli effetti indiretti della ripresa europea e alla politica di bassi tassi della Banca centrale europea. Ciò mentre il debito ha superato il 130 per cento del pil a causa della decrescita dello stesso pil. Il problema non è certo quello dell’eventuale caduta della “Troika piuma” che, teoricamente, dovrebbe essere guidata da Saccomanni, ondivago su tutto. Sull’abolizione dell’Imu sulla prima casa e la riforma della finanza locale, sul rimpiazzo dell’aumento al 22 per cento dell’Iva, sulle privatizzazioni, sull’aggancio della ripresa con investimenti pubblici e/o la riduzione del cuneo fiscale e/o la riforma del mercato del lavoro suggerite dalla Bce nel 2011. Il ministro Zanonato, preso alla sprovvista dai casi Ilva e Telecom, ha dimostrato che non bastano le capacità politiche e amministrative del buon governo locale per gestire il ministero dello Sviluppo in tempo di crisi e riforme. Occorrono vedute di politica industriale adeguate ai principi europei di concorrenza e al mercato globale. Il ministro del Lavoro Giovannini, supertecnico Ocse ed Istat, s’è dimostrato politicamente timido nell’intrico della Cassa integrazione in deroga e in quello dei contratti à la Marchionne, dopo la sentenza costituzionale che ha abrogato l’articolo 19 dello Statuto dei lavoratori. Ma cambiare politica economica ancora lo si può, approvando una legge di stabilità di natura meno miope di quella “automatica”che si profila. Silvio Berlusconi si è detto disposto a farlo. Non è sfascista, semplicemente consapevole che occorre lasciar pulita la casa prima di preparare il cambio di rotta.

FQ. di Francesco Forte, 1 ottobre 2013 - ore 06:59

Solo gli utenti registrati possono commentare gli articoli

Per accedere all'area riservata