Berlusconi non si dimetterà mai e proclamerà

la sua innocenza"

Il direttore del Foglio si dice anche convinto che il rifiuto di Marina di prendere il posto del padre non sia definitivo

15/08/2013

Ferrara: "Il Cav non lascerà e si proclamerà innocente" Giuliano Ferrara

''Mi farei cacciare. Proclamerei la mia innocenza, la mia condizione di vittima della giustizia, ma non mi dimetterei certo da senatore. E credo che Silvio Berlusconi non si dimetterà, battendosi fino in fondo in giunta al Senato''. Giuliano Ferrara si mette nei panni del Cavaliere in una intervista a Repubblica: ''Le sentenze si possono criticare però poi si applicano. Berlusconi deve farsi alcuni mesi di domiciliari o servizi sociali o quel che sarà. L'agibilità consisterà nella possibilità di Berlusconi di offrire un'altra immagine di leadership: lui è prigioniero di una giustizia che è riuscito a incastrarlo? Bene, ne rigetta la sostanza criticando la sentenza, ma ovviamente la subisce e la applica. Dimostrando tutta l'anomalia di questa situazione alla quale è stato costretto e da lì continuare a parlare agli italiani di tasse, di crescita, di governo: esercitare la leadership insomma. Nei limiti di un'agibilità, diciamo così, minorata''.

Continua il direttore del Foglio: ''Mi farebbe piacere per lui se arrivasse la grazia perché gli sono amico, lo riterrei un atto di giustizia, di riparazione, ma non è quella la strada. E' un'altra, lo ripeto: quella dell'espiazione pur paradossale della pena continuando a far politica, a sostenere il governo''.

Di certo, secondo Giuliano Ferrara, il rifiuto di Marina Berlusconi a prendere il posto del padre alla guida del Pdl non è definitivo: ''Altrimenti non capirei certe sue interviste, la sua partecipazione al dramma paterno. Tuttavia Marina funziona se si vota a ottobre, non dopo, non tra due anni. In politica conta l'effetto sorpresa''.

A decidere la pena di Silvio sarà il giudice che ha liberato l'uomo che gli tirò la statuetta, Libero, 15/8

Ci sono domiciliari e domiciliari. E affidamenti ai servizi sociali e affidamenti ai servizi sociali. Mentre si discute febbrilmente quale possa essere il destino di Silvio Berlusconi, che (grazia non intervenendo) dovrà decidere entro il 15 ottobre quale forma di pena alternativa al carcere scontare, Il Fatto quotidiano (notoriamente addentro ai Palazzi della giustizia) rivela chi sarà a decidere come l'ex presidente del Consiglio, condannato a 4 anni per frode fiscale nel processo sui diritti Mediaset, dovrà scontare quella pena. Che sia l'affidamento in prova ai servizi sociali (dove, con che modalità, con che orari), o la detenzione domiciliare (dove, con che orari d'uscita, ecc...).

Ebbene, la toga del Tribunale di sorveglianza in questione, manco a dirlo, è una donna e si chiama Beatrice Crosti. L'assegnazione è stata puramente casuale, nel senso che i fascicoli vengono assegnati ai vari magistrati in base alla lettera d'inizio del cognome e alla Crosti è toccata la B di Berlusconi. Eppure, il fato ha voluto che a Silvio venisse assegnato un giudice con un precedente a dir poco singolare: la Crosti, infatti, è la stessa che alcuni anni fa ha concesso la libertà vigilata a Massimo Tartaglia, l'uomo che nel dicembre 2009, a Milano, lanciò una statuetta del Duomo in faccia a Berlusconi, ferendolo gravemente. Beatrice Crosti non è però un giudice liber-tutti: spulciando nella sua storia personale, infatti, si scopre che fu lei a negare un permesso premio a Ruggero Jucker, il giovane milanese che strafatto di cocaina massacrò la fidanzata nel 2002; e sempre lei ha negato l'affidamento in prova ai servizi sociali a Fabrizio Corona. Come si comporterà, tra qualche settimana, nei confronti del suo "fascicolo" più delicato?

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