Così arrivano i migranti dalla Siria,

ecco le rotte e le tariffe

Gerusalemme. “Vuoi far venire la tua ragazza siriana in Svizzera? Ti offriamo un prezzo di favore, solo 7.000 euro per la tratta Turchia-Italia su uno yacht”. Conosce bene la vita privata di Burhan M. il trafficante di uomini che gli ha proposto “questo sconto eccezionale”. Si fa chiamare Abu Ibrahim, ed è un uomo di mezza età iracheno basato in Grecia e specializzato in traghettare disperati in Europa. I siriani sono freschi di emigrazione e disposti a pagare bene, molti hanno ancora patrimoni intatti non intaccati da “soli due anni di guerra” se paragonati ad altri conflitti lunghi come Iraq, Somalia e Afghanistan. Così un viaggio può costare dai 10 mila ai 40 mila euro (per una famiglia intera). Burhan M. originario di Homs, a Ginevra ci è arrivato legalmente col suo passaporto siriano e il permesso speciale ottenuto in attesa dell’asilo politico che gli dovrebbe essere concesso a breve. Di imbarcare la sua fidanzata “su uno yacht” non ci pensa nemmeno, contrariamente a quanto hanno fatto gli oltre duecento siriani arrivati negli ultimi giorni sulle coste italiane. E quelli che arrivano via mare sono solo una minima percentuale perché la “maggior parte giunge via terra”, dicono i dati di Frontex, l’agenzia europea per il controllo delle frontiere, “7.000 siriani hanno fatto ingresso in Grecia solo nel 2012”. Di questi il 60 per cento ha però poi chiesto asilo principalmente a Svezia e Germania.

E’ il caso di Juma, curdo-siriano di Hassaké, che in Svizzera ci è arrivato dopo due giorni di viaggio imballato in una scatola insieme a dei divani e altri cinque ragazzi provenienti da diverse parti della Siria. Costo? “10 mila euro” – racconta dalla Caritas di Lucerna. Il trafficante? “Un uomo iracheno con la moglie greca – spiega – quando abbiamo percorso il primo tratto dalle coste turche a quelle greche su un gommone, eravamo in 20. Poi la benzina è finita e lui ha chiamato la moglie che ha lanciato l’allarme”. Dopo l’arrivo in Grecia è servita qualche settimana per trovare il camion giusto in cui compiere il viaggio. “Mi hanno dato una bottiglia d’acqua e un panino, mi hanno inscatolato e lì sono stato per due giorni, avevo le gambe anchilosate, e nessun posto dove urinare. Non ce l’ho fatta ad aspettare fino alla Germania mi sono fermato prima”. Insieme a Juma nella stessa struttura c’è Abu Issa, che nella Repubblica elvetica ci è arrivato con la moglie e i quattro figli, potendo pagare 40 mila euro il suo viaggio clandestino ma comodo. “Fortunatamente ho incontrato Abu Ibrahim l’iracheno – racconta – prima di lui mi ha truffato un uomo di Aleppo, scomparso dopo avergli consegnato 3 mila euro per il viaggio”. Sull’imbarcazione partita da Latakia diretta a poche miglia a nord verso la costa meridionale turca, dove è avvenuto il primo spostamento di Abu Issa, “c’era anche un disertore dell’esercito siriano che stava fuggendo con la famiglia”. Non si trattava di diserzione per motivi ideologici o politici “ma di semplice paura”. Ed è proprio la paura a spingere i siriani anche a una rotta poco battuta per via dello scarso appeal della Grecia in forte crisi economica: è la tratta che conduce dal porto turco di Ayvalik alla vicinissima isola di Lesbo.

Nuova è invece la via egiziana, perché nonostante il caos e la guerra ci sono aerei della Egyptair che fanno ancora la tratta Damasco-Cairo. Dall’Egitto i siriani hanno tre possibilità per imbarcarsi per l’Italia:  da Alessandria, dalla Tunisia o dalla Libia (affidandosi a dei trafficanti veterani, spesso somali).

Ancora più sicura è invece la terza via, quella dei visti falsi, con costo che varia dai 4 mila ai 5 mila euro su passaporti o falsi o rubati. “Abu Ibrahim ne ha un migliaio e ti fa scegliere quello con la foto che più ti somiglia”, ricorda Abu Issa. Ma i falsi visti sono fortemente sconsigliati per chi parte dagli aeroporti turchi a causa dei controlli meticolosi, la cosa migliore è partire dall’Egitto o dal Libano.

© - FOGLIO QUOTIDIANO di Susan Dabbous

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