Nessuno è al riparo dall’accusa di omofobia. I brutti

casi di cronaca e il loro (non) rapporto con una brutta legge

L’omofobia, come il razzismo, la xenofobia e ogni forma di pensiero discriminatorio, finché rimane un’idea, va combattuta sul piano delle idee. E’ il principio per cui la pornografia, nell’occidente liberale, non va vietata, perché combattendola in quel modo si aprirebbero varchi, difficili da delimitare, alla libertà d’espressione. Invece ogni fatto di cronaca, come quello che riguarda il ragazzo di Roma che si sarebbe suicidato perché gay e quindi emarginato, viene usato – a partire da Laura Boldrini, presidente della Camera dotata di una sua personale agenda politica – a favore di una legge liberticida contro l’omofobia che giace al Parlamento italiano. Rocco Buttiglione, interrogato in sede europea sull’omosessualità, aveva affermato che non può essere ragione di discriminazione, aggiungendo che nella sua concezione religiosa può essere considerata peccato. Per la libera espressione di un’opinione, accompagnata dall’assicurazione che non avrebbe avuto alcun effetto sulla concreta attività politica, Buttiglione fu discriminato in Europa. Se passasse la legge di cui è relatore Ivan Scalfarotto si moltiplicherebbero casi come quello di Buttiglione, senza per questo combattere davvero l’intolleranza, e difficilmente verrebbero sanate “ope legis” le situazioni di disagio personale e psicologico, senza dubbio più complesse di uno slogan anti-omofobia, come quelle che hanno causato il tragico suicidio del ragazzo romano.

Si instaurerà invece una forma di censura che promuoverà la causa di chi si è impegnato a normalizzare l’idea dell’unione omosessuale: non sarà possibile opporsi. Forse, fra adulti consenzienti, solo in privato, sarà possibile coltivare il pensiero che il matrimonio omosessuale non sia affatto un matrimonio. Il passo successivo sarà emulare la Francia, dove allo studio è una legge che proibirà l’uso di espressioni “omofobe” su Internet e immetterà nelle aule scolastiche  una forma di controllo orwelliano sulle coscienze, con tanto di “kit di consapevolezza”, e la contemplazione perfino di una “squadra sentinella”, composta da un insegnante volontario che monitori il “livello di omofobia” nelle scuole. Roba buona per i regimi antidemocratici. Difficilmente per salvare ragazzi in difficoltà. IL Foglio, 12/8

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