Il Ventaglio della realtà

Un gran Napolitano spiega qual è l’unica strada possibile per Pd e Pdl

Ineccepibile, il discorso di Giorgio Napolitano alla stampa parlamentare in occasione della tradizionale Cerimonia del ventaglio ha ripreso il filo di un ragionamento politico, morale e, come abbiamo avuto modo di sostenere, di “teologia politica” che il presidente della Repubblica va conducendo dal giorno della sua rielezione e del suo mirabile discorso al Parlamento: il principio di realtà. “Non ci si avventuri a creare vuoti, a staccare spine, per il rifiuto di prendere atto di ciò che la realtà politica post elettorale ha reso obbligato e per un’ingiustificabile sottovalutazione delle conseguenze cui si esporrebbe il paese”, ha ripetuto ieri chiudendo il suo intervento. Il caso e il calendario hanno voluto, ancora una volta, che l’occasione di un discorso pubblico del capo dello stato coincidesse con un momento di massima emergenza – o di incontrollata e immotivata fibrillazione – della politica.  “Napolitano blinda Letta”, hanno sintetizzato all’ingrosso le agenzie, con riferimento all’affaire kazaco e al voto di sfiducia sul ministro dell’Interno in programma oggi al Senato.

In verità c’è di più. Innanzitutto, ha detto il presidente, nell’“inaudita”, vicenda kazaca “anche per dei ministri (ma non solo per loro), è assai delicato e azzardato evocare responsabilità oggettive”. E da questo azzardo il gruppo del Pd al Senato ha responsabilmente deciso di mettersi al riparo, decidendo di votare contro la mozione di sfiducia nei confronti di  Angelino Alfano, “un segnale di responsabilità e affidabilità”. Sull’altro scoglio che rischia di affondare la nave di Enrico Letta, la sentenza di Cassazione sul caso Mediaset attesa per il 30 luglio, al Pdl Napolitano ha chiesto di sgombrare “il terreno da sovrapposizioni improprie, come quella tra vicende giudiziarie dell’onorevole Berlusconi e prospettive di vita dell’attuale governo”. Due passaggi difficili, in cui deve prevalere senza tentennamenti il principio di realtà, ha detto senza indorare la pillola per nessuno Napolitano. Se venisse messa “a repentaglio la continuità di questo governo i contraccolpi a nostro danno, nelle relazioni internazionali e nei mercati finanziari, si vedrebbero subito e potrebbero risultare irrecuperabili”. E’ ciò che il capo dello stato pensa da tempo, che ha detto ai partiti quando gli è stato chiesto di rimanere al Quirinale, e che ha dovuto spiegare soprattutto a un Pd riottoso e che si era infilato in un vicolo cieco politico. Solo Repubblica, tra i giornali che pesano, è riuscita a commentare che con la sua difesa di Alfano, Napolitano “indebolisce il governo e se stesso”, sostenendo che sia inevitabile sostituire Alfano. Ma è evidente invece la volontà di far cadere l’esecutivo delle larghe intese su cui Napolitano fonda la sua visione di realtà.

© - F.Q. 19/7

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