Meeting Confapri . Cison di Valmarino

Considerazioni de il Corvo Rosso

Documenti pubblicati e ripresi da Oggi Treviso on-line

Corvo rosso Perché no?

Mi rendo conto quanto facile sia criticare chi opera ma leggendo il documento e i vari punti che indicano soluzioni, credo, rispettosamente per chi lo ha scritto, di averli già letti come programma di qualche ma forse tutti, i partiti tradizionali alle recenti elezioni.

Mi pare che questa piattaforma però metta in soffitta il principio caro a una certa sinistra (Fassina, Bersani e Fiom) impegnati a “Più tasse ma occhio ai tagli della spesa pubblica” e accolga invece l’altro principio liberale “pagare le tasse è un dovere e tagliare la spesa pubblica là dove si sono create fonti di sperpero e diritti acquisiti “.

Ma allora se tutti lo dicono come mai un Governo non riesce a tramutare le proposte in provvedimenti?

Perché no?

Posta la domanda e riflettendo si comprende che la Politica, composizione di interessi, è cosa molto più complessa di quanto sembri.

Forze di pressioni anche non italiane, Governi stranieri premono su di noi e impediscono di fare riforme che già noi all’interno viviamo nel difficile  shakeraggio  fra le 2 visioni dianzi accennate: Imu ci consigliano di non annullare l’imposta riducendoci  “il voto paese”; pagare i debiti statali alle imprese e la Germania ci dice si..ma… attenti allo sforamento del 3%. E via così.

Poi senti alla radio, oggi ore 9,30 circa, l’intervista al Capo Gruppu MS5 presente ieri  all’incontro con Grillo e Casaleggio da Napolitano che alla domanda: sareste disponibili a sostenere un governo Letta  se il PDL abbandona? Risponde: “ Si se nel programma ha la soluzione 1) del conflitto di interessi 2) se legifera per il salario (o stipendio) detto di cittadinanza.

E allora pongo un’altra domanda a chi pensa che M5S e ha dato credito,  possa contribuire a dare soluzioni al programma scritto a Cison: sono quei 2 punti che risollevano l’Italia dalla crisi o quelli indicati nel documento o si dice una cosa in periferia e un'altra al centro perché non c’è cultura di governo o i fini ideologici del M5S sono altri e questo è un passaggio dovuto per arrivare ad altro strumentalizzando chi ha corso dietro alla Lega 20 anni fa e oggi al M5S?

IL DOCUMENTO FINALE DEL MEETING

nasce la “Carta di CastelBrando” Misure che in occasione del Forum “Lavoro, Impresa, Paese” dell’8 luglio 2013, organizzato da ConfAPRI e Apindustria Vicenza

Cosa dovrebbe fare il Governo per far sì che la ripresa dell’Italia ci sia e subito? Deve:

 - ridurre urgentemente il debito pubblico attraverso la privatizzazione di immobili, partecipazioni, concessioni, licenze, diritti e altro per circa 300 miliardi di euro e utilizzando le riserve in valuta e auree della Banca d’Italia, oscillanti fra i 100 e i 140 miliardi di euro. Così possiamo portare il debito pubblico, nell’arco di un quinquennio, da 2.000 a 1.500-1.600 miliardi di euro (dal 124% al 90%, o al massimo al 100%, circa del PIL), risparmiando così tra i 15 ed i 25 miliardi annui di interessi e rendendo lo spread sul debito pubblico italiano molto meno instabile di quanto non sia oggi;

- tagliare altrettanto urgentemente la spesa pubblica, nell’arco di 5 anni, dall’attuale 47% al 40% del PIL (da 800 a 640-700 miliardi di euro), avvicinandoci alla media dei 5 paesi OCSE più virtuosi. Circa 15-25 miliardi arriveranno dal calo della spesa per interessi, indotto dalla riduzione del debito, mentre gli altri 65-100 miliardi circa sono ottenibili dalla cancellazione della piaga della corruzione (-10 miliardi), da una riduzione della spesa per la gestione della struttura dello stato - ministeri, regioni, provincie, comuni, enti pubblici - (-15 miliardi), dalla revisione delle pensioni di invalidità (-10 miliardi), dall’eliminazione dei sussidi alle imprese (-20 miliardi), dalla modernizzazione e razionalizzazione degli acquisti di beni e servizi intermedi più in generale (-10 miliardi) e da altre razionalizzazioni (-35 miliardi).

Oltre a queste azioni, sono necessarie urgenti leggi che puntino a:

1 - Sblocco immediato dei circa 120 miliardi di euro dovuti dallo Stato e dagli Enti alle imprese. Con soli 10 miliardi di incremento del fondo di garanzia del MEF (dei quali 8 rientrerebbero dalle tasse e quindi il costo finale per il governo sarebbe di soli 2 miliardi più interessi) si permetterebbe subito alle imprese di farsi anticipare i 120 miliardi dalle banche che oggi hanno liquidità, rilanciando l’economia (imprese ed occupazione) e generando un più 0,8% del PIL;

2 - Abolizione dell’IRAP (entro il 2014) e modulazione dell’IMU che non pesi oltre il 5% del reddito lordo su tutte le attività produttive;

3 - Pagamento dell’IVA solo a incasso avvenuto;

4 – Social Housing: un milione di abitazioni vincolate dalle banche vengano date al prezzo di mercato alle famiglie richiedenti attraverso un contratto di mutuo (con affitto garantito);

5 – Riduzione delle tasse per le imprese e per i lavoratori, riportandole alla media dei paesi OCSE più virtuosi;

6 - Ammodernamento della giustizia italiana, oggi classificata fra le più arretrate al mondo (una giustizia celere e di qualità è la premessa per un corretto svolgersi delle attività economiche);

7 – Tutela del Made in Italy, marchio utilizzabile solo da chi produce almeno il 90% in Italia,

8 – Eliminazione della corruzione nel settore pubblico e privato: etica, integrità e zero tolleranza permetterebbe di risparmiare da subito oltre 70 miliardi di sprechi e ruberi.

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