Spioni e spiati, quando si è piccoli è inutile

 fingersi grandi

Al direttore  de Il Foglio.  Il tema del giorno è vecchio come il mondo. Si leva alto il grido di allarme: siamo spiati. Lasciamo stare gli strilli della Francia e della Germania, che hanno sempre spiato gli altri stati e oggi soffrono della stessa pena. Occupiamoci dell’Italia.

Chi è stato spiato dagli Usa?

1. Gli uomini politici? Soldi sprecati perché non contano niente.

2. I magistrati e i giornalisti? Un po’ di legge del contrappasso non guasta.

3. L’alta dirigenza dello stato? Sono da sempre in contatto operoso con gli spioni.

4. Gli industriali? Non sono più un problema perché non c’è più l’industria italiana.

5. I banchieri? Vestono da tempo la livrea dei banchieri degli spioni.

6. Il terrorismo e la criminalità organizzata? Se non è una buona scusa è inutile scandalizzarsi per una opera buona.

In conclusione. Se non abbiamo punti sensibili, di che cosa ci preoccupiamo?

Del resto è dagli anni Cinquanta che siamo sotto sorveglianza dei Grandi Fratelli.

Ci lamentiamo senza poter reagire.

Un giorno un capo dei servizi mi disse: se vogliamo contrastare l’altrui sorveglianza, dobbiamo sorvegliare chi ci sorveglia. Ma per farlo occorrono tecnologia d’avanguardia, mezzi finanziari e grandi risorse umane. Tutte cose che non avevamo e che oggi continuiamo a non avere. Quando si è piccoli è inutile fare i giganti. Basta avere la dignità dei piccoli e saper scegliere lo spione più amico. Fraterni saluti.

di Rino Formica, 3(7

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