L’ARTIGLIO DELLA PALOMBA - A ROMA SI SPARA,

MA I RICCHI VERI SI NASCONDONO, NON SI FANNO RITRARRE

La malavita poveraccia colpisce la ricchezza finta ed effimera. Ma i milionari romani non girano in suv, non vanno alle feste, vivono in strade riparate dai paparazzi, sono sfuggiti al napoletano Sorrentino - Nessuno si fila le elezioni (meglio la Sharapova), e a Borgo Pio si ride del papa “da Baci Perugina”…

Barbara Palombelli per "Il Foglio"

Uffa, si vota. Nella più totale e assoluta indifferenza - salvo colpi di scena dell'ultim'ora - la capitale andrà, stancamente, alle urne. Si respira in città un clima da anni Settanta, con qualche nostalgia canaglia. Si spara in viale Togliatti - la notte di sabato scorso - alle donne sole che tornano a casa.

Si è sparato ovunque, a Palazzo Chigi, a Prati, non ci sono spazi sicuri. Non si può girare col Rolex, nemmeno con quello finto comprato dagli africani fuori dalle pizzerie. Ti rapinano col vespone, anziani romani protetti dal casco o giovani ladri rom. Ormai sono quasi uguali: al trucco dello specchietto, delle chiavi cadute o del finto tamponamento non abbocca più nessuno.

Malavita poveraccia e immigrati disperati si sono alleati per colpire la ricchezza esibita, quella finta ed effimera. Eppure, abitano qui moltissimi ricconi e moltissimi milionari. Li riconosci solo se capisci i codici. Si lagnano di tutto, dall'Imu al governino, girano con l'utilitaria ammaccata o con la bici elettrica, vestono all'inglese ma con scarpe consumate.

Non si mescolano con i burini in Suv, non vanno alle feste, vivono in certe strade riparate dal traffico e dai paparazzi, nel finesettimana vanno a caccia e non certo agli eventi Cafonal. La vera Roma è sfuggita al napoletano Paolo Sorrentino, solo tre stelline sul Messaggero per la "Grande bellezza", il fatto è che non si fa più afferrare da nessuno.

Chi possiede interi quartieri o pacchetti azionari sicuri non sa neppure chi sia, Sorrentino. Ce ne faremo una ragione, perfino "La dolce vita" fu fischiata alla prima di Milano, nel 1960, e il produttore Angelo Rizzoli (senior) cercò di uscire dal cinema in fretta e furia con il nipotino Angelo allora diciassettenne...

Tre eventi sportivi stagionali emozionano più della battaglia per il Campidoglio. Il tennis appena finito, l'arrivo del Concorso ippico, il derby per la finale di coppa Italia. Dopo la fiammata per Papa Francesco e la sua sobrietà, nei bar di Borgo Pio e dei quartieri attorno a San Pietro si ridacchia sui commenti del Pontefice "un po' da baci Perugina" e sulla pretesa di imporre l'austerità dentro le mura (sembra che uno dei suoi assistenti abbia dovuto togliere la Bmw dal cortile santo e tornare al lavoro in Panda), troppi bus e troppo traffico in zona alla fine rischiano di appannare anche le migliori intenzioni.

I papi qui vengono amati e presi in giro da duemila anni e più, figuriamoci i politici o i registi immigrati... La città che andrà ai seggi elettorali vede - per la prima volta nella sua storia - cartelli vendesi e affittasi ovunque. Le case che venivano un tempo prenotate da vicini, avvocati o agenzie, ora te le sbattono in faccia senza ritegno. La crisi si vede dalle serrande chiuse, dal traffico che comincia a rallentare, dai commessi che stazionano fuori dai negozi vuoti.

Il tempo, bruttino come prevedevano il Barbanera, la Candelora, i quattro aprilanti - molto più seguiti dei veri meteo online - cambierà solo a fine mese, con la luna nuova. Ci siamo deliziati, in mancanza di sole, con dei cieli e dei tramonti da dipingere, noi che ormai cogliamo l'attimo senza farci troppe domande. Nel frattempo, qualcuno si accollerà i soliti problemi. Senza infamia e senza lode, coi soliti orrendi faccioni che deturpano le nostre strade, la campagna elettorale si avvia alla fine. Qualcuno se n'è accorto?

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