Monte Paschi Siena: lo scandalo inventato

“Per oltre quattro mesi, i media hanno bombardato

….. milioni di italiani con informazioni allarmanti sul cosiddetto “scandalo derivati” al Monte dei Paschi di Siena, col risultato di affossare ancora di più il terzo polo bancario nazionale……. Sono state raccontate vicende diverse, ricostruite sulla base di inchieste giudiziarie tuttora in corso. Vicende che di certo si inseriscono in uno strutturale malgoverno dell’istituto bancario, ma che messe insieme senza criterio hanno anche dato l’impressione di un disastro economico e finanziario senza precedenti, del calibro di fallimenti epocali come quello di Lehman Brothers: attraverso ricostruzioni viziate da pregiudizi moralistici sulla finanza in quanto tale…..

Una produzione senza precedenti di articoli iperbolici e scomposti ha finito per confondere il pubblico sulle reali responsabilità….

il Fatto quotidiano pubblica in prima pagina il solito leak, una parte dell’inchiesta della procura della Repubblica di Siena relativa a un’operazione di ristrutturazione di titoli derivati tra Mps e due banche internazionali, la tedesca Deutsche Bank e la giapponese Nomura. Una miccia, si dice con sospetto nei palazzi romani e nelle banche d’affari milanesi, innescata forse da Antonio Ingroia e Luigi De Magistris… Per altri, la velina è arrivata direttamente da dentro la banca….. Il risultato non cambia: a trentatré giorni dalle elezioni nazionali viene irrimediabilmente indebolito il Partito democratico, i cui vertici, i quadri, fino alle mezze tacche sono da sempre legati a doppio filo a Mps o alla città di Siena; una relazione vantaggiosa per tutti – con il beneplacito per niente disinteressato del Pdl –…   su cui pende il sospetto di una maxitangente, il “buco” può arrivare a 14 miliardi; almeno secondo le stime di un discusso ex funzionario di Dresdner Bank, Antonio Rizzo, rilanciate dai media.

Il tiro al “trilione” ha più recentemente autorizzato Beppe Grillo a parlare di perdite da 28 miliardi di euro. Le perdite messe a bilancio dalla banca a fine 2012 raggiungono nel complesso – quindi con le sofferenze, gli incagli, il calo della raccolta, eccetera – i 3,2 miliardi di euro… adesso i conti sonostati “ripuliti” perché scontano gli aggravi delle operazioni finanziarie…..

…. Una magistratura affamata di rivalsa e una stampa a vocazione diffamatoria hanno gonfiato oltremodo la “bolla” dei derivati.

… In ogni caso, non è la prima volta (e non sarà neanche l’ultima) che un’operazione finanziaria si rivela perdente: MF Global, una società americana di brokeraggio, è finita sott’acqua nel novembre 2011 per lo stesso motivo del Monte ma non aveva un salvagente statale a tenerla a galla…. I derivati non sono un crimine.

…Ultimo atto,  l’ordine di sequestro preventivo da parte della procura di Siena per 1,8 miliardi di euro – una cifra arbitraria perché frutto di una media matematica – ai danni della banca giapponese Nomura, “rea” a parere dei pubblici ministeri Giuseppe Grosso, Antonino Nastasi e Aldo Natalini di essersi avvantaggiata dall’operazione di ristrutturazione degli strumenti derivati che Mps aveva in pancia…. (“I conti truccati e il contratto nascosto”, lo scoop del Fatto). Il problema è che il reato non sussiste, si tratta appunto di un contratto regolare, come se ne fanno a centinaia tra banche e banche, e che forse non stava nemmeno “nella cassaforte”…

… Nel 2005 Mps acquista “un’obbligazione emessa dal veicolo Alexandria” costruito dalla banca tedesca Dresdner Bank, come dicono i magistrati nel decreto di sequestro preventivo. (Giuseppe Mussari non era ancora presidente della banca senese, lo diventerà nell’aprile del 2006. All’epoca era a capo della Fondazione Monte Paschi ma ciò non lo discolpa dalla mala gestio della banca di cui è il principale artefice…in un bilancio già dissanguato dall’acquisto azzardato di Antonveneta: una banca italiana comprata alla spagnola Banco Santander formalmente per 10,3 miliardi (compresa la controllata Interbanca) quando ne valeva 6,6; il prezzo pagato da Santander alla Abn Amro pochi mesi prima. All’epoca Mps non voleva essere aggredita da altre banche italiane, quando il sistema era in pieno riassetto e consolidamento, così, con un atteggiamento difensivo, ha fatto il passo molto, troppo, più lungo della gamba; secondo un’informativa interna e anonima, tra il 2008 e il 2009 sono però partiti otto bonifici da Mps per oltre 17 miliardi complessivi, sarebbe il valore reale dell’acquisto: è tra questi che gli investigatori cercano la famosa “tangente”. Senza utili Mps avrebbe fatto mancare il dividendo…

…… Nomura è poi una banca particolarmente sistemica per l’Italia, un fatto che i funzionari governativi conoscono. E’ la banca attraverso la quale il governo giapponese e la sua banca centrale ordinano l’acquisto di titoli sovrani. Secondo quanto ricostruito dal Foglio, Nomura ha acquistato almeno 20 miliardi di bond italiani. Un danno reputazionale dovuto allo “scandalo mediatico” rischia di indebolire l’istituto nipponico minacciando la sua presenza in Italia e di conseguenza la possibilità per il nostro paese di godere della liquidità garantita dal nuovo corso iper espansivo della Bank of Japan.

… Il direttore finanziario, Shigesuke Kashiwagi, su pressione degli analisti in una conference call del 26 aprile, si è limitato a considerare l’azione della magistratura “ingiustificata” precisando che dalla banca non usciranno altri commenti sulla questione. Il sequestro non è stato convalidato dal giudice per le indagini preliminari di Siena, Ugo Bellini, perché non sussiste il reato di “usura” contestato a Nomura. I pubblici ministeri hanno però presentato ricorso al tribunale del Riesame, creando così un conflitto interno al Palazzo di giustizia senese. Non è chiaro, inoltre, perché la tedesca Deutsche Bank non sia stata né perquisita né inquisita dal momento che anch’essa aveva stipulato un contratto di conversione del rischio con Mps per il derivato “Santorini”, che aveva invece come “sottostante” alcune azioni Intesa Sanpaolo. Se la colpa è quella di avere portato la finanza speculativa all’interno del Monte, le persone su cui puntare il dito sarebbero diverse. A cominciare dal finanziere Vincenzo De Bustis. De Bustis è entrato in Mps dopo l’ l’acquisizione sovrapprezzo, risalente al 1999, di Banca del Salento da  lui amministrata. “La bandadel 5 per cento” (così era già conosciuta anche nella City di Londra) di cui facevano parte Baldassarri e Marco Pontone, altro dirigente sotto accusa, si è intascata una “provvigione” di 600 mila euro sull’ammontare complessivo dei titoli ceduti a Mps, pari allo 0,5 per cento (che non sia il “5 per cento” esatto come da leggenda è solo un dettaglio). Le indagini sono ancora in corso, lo spettro delle ricerche degli investigatori si sta ampliando. Secondo indiscrezioni, l’area controlli interni di Mps era comunque a conoscenza della cattiva fama di Baldassarri grazie a delle informative di alcuni dipendenti, i quali anziché essere promossi per avere scovato la mela marcia sono stati demansionati se non addirittura licenziati durante la presidenza Mussari. ……

…….. Perché lo scandalo “mediatico” è più dannoso di quello finanziario. Il risultato dello scandalo mediatico crea un caos (questo sì) senza precedenti dopo anni di silenzi su quanto succedeva in Mps: i principali quotidiani nazionali avevano già le adeguate informazioni inviate da coraggiosi blogger senesi ma le hanno tenute nei cassetti…

………………………….. Continua su il Foglio di oggi  22/5

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