Paranoia no, ma l’odio politico è una brutta bestia

quando porta la toga è letteralmente mostruoso

Se guardate sui manuali di medicina troverete cose interessanti sulla paranoia o disturbo delirante. E’ una psicosi compatibile con una apparente razionalità, ed è strettamente collegata al tema della persecuzione. Sarebbe un colpo basso attribuire paranoia a Ilda Boccassini, dopo la sua performance di ieri in tribunale a Milano. Ma la “furbizia orientale” della signora Karima El Mahroug, la certezza non provata sulle sue notti di sesso ad Arcore, la definizione di “appena maggiorenni” per alcune delle invitate, l’idea fissa che una vita privata disinvolta e una sequela cortigiana di piaceri combriccolari intorno al desco di un uomo molto ricco e a suo modo strambo: insomma tutto questo ci mette in imbarazzo. E’ più di una gaffe. E’ tristizia, nel senso di una malinconica propensione a vedere il lato malvagio delle cose, e a identificarsi con una antropologia negativa fino all’ossessione, frammista a una evidente misoginia. E’ molto più che una gaffe, occidentale o orientale, nordica o napoletana, questo poco importa. E’ una deviazione dalla giustizia penale. La giustizia di per sé non è mai moralista. E’ fredda e cieca, come ognun sa. Non è guardona, si nutre dell’oggettività delle prove, si esprime in un linguaggio che deve essere sorvegliato e a suo modo solenne. E’ il regno della distinzione, dovrebbe essere una perfetta complessione di equilibrio e cultura. La ricreazione di un uomo facoltoso è fatto suo, la prostituzione minorile e la concussione sono reati del tutto non provati, nonostante gli sforzi in materia di una pubblica accusa che si crede onnipotente e intende con ogni evidenza lanciare messaggi definitivi al paese e alla politica. Pubblichiamo a fianco un’analisi di studiosi del Mulino, il gruppo editoriale e intellettuale bolognese che ha lombi liberali notissimi: c’è scritto che la giustizia, come dimostrano i pur diversi casi di Berlusconi e di Napolitano nei loro conflitti con un paio di note procure, Milano e Palermo, sono testimonianza di uno squilibrio delegittimante per la magistratura e per la giustizia. Diciamo odio politico. O no?

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