MACALUSO E FORMICA "PRO AMATO"
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Lettera di Emanuele Macaluso e Rino Formica al "Foglio"
Caro direttore, tutto il periodo repubblicano, dal '46 a oggi, coincide con la nostra vita politica. Siamo stati in trincee diverse nella sinistra italiana divisa e lacerata. Siamo stati in schieramenti non sempre coincidenti nell'azione e anche divisi nelle visioni-illusioni che animarono e resero forte la nostra generazione post fascista.
Facemmo ogni sforzo per separare vita delle istituzioni e interessi delle nostre parti politiche. Nella nostra memoria è vivo il ricordo della solennità del rito che tutta la democrazia italiana celebrava con la elezione del presidente della Repubblica.
I Costituenti disegnarono una Repubblica in equilibrio dei poteri. Sistema politico forte con un presidente garante assoluto perché nessuna forza politica potesse sopraffare le altre. E' in questo ventennio che le forze politiche hanno perso anima e corpo. Dal '92 a oggi i tre presidenti della Repubblica (Scalfaro, Ciampi e Napolitano) hanno dovuto vestire i panni degli interventisti pur essendo per natura scrupolosi osservanti dei princìpi liberaldemocratici legati alla separazione dei poteri.
Oggi il sistema politico ha raggiunto il punto massimo di debolezza e non può esprimere che soluzioni grigie tendenti al bianco sporco. In questi giorni assistiamo al disordinato procedere di forze politiche snaturate dai cambiamenti di moda e dagli spettri delle paure individuali e di gruppo. Si cercano salvatori, confessori, giudici chiamati per chiudere partite poco confessabili. La tradizione comunista o difende storie condannate o si cela dietro colori altrui.
La tradizione socialista in un naufragio senza fine annega nel ridicolo di esaltare gli esecutori di una giustizia sommaria per occultare gli ingiustificabili sbandamenti. Si dice che oggi occorre all'Italia un presidente della Repubblica riconosciuto negli organismi internazionali. L'Europa è riferimento essenziale e ineludibile e in discussione non c'è solo il sistema politico italiano ma l'assetto dell'Unione europea.
L'Italia ha bisogno di un presidente esperto nella difficile navigazione politica interna, sensibile per storia al dramma sociale in cui siamo immersi. In questo schema non vediamo molte alternative.
Amato ha storia ed esperienza per assumere oggi il ruolo cui abbiamo accennato e può esprimere al meglio l'unità nazionale da realizzare anche con il concorso di forze sociali e culturali con le quali Giuliano ha intrecciato la sua vicenda politica. Noi nel recente passato non risparmiammo critiche anche severe ad Amato per alcuni comportamenti nel corso della sua vita politica. Tuttavia l'interesse della Repubblica italiana deve prevalere su ogni altra cosa e complessivamente Giuliano ha sufficienti qualità per assolvere le funzioni di garante della Costituzione e dell'Unità nazionale.