Germania, terra senza figli
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la denatalità è colpa della mancanza di opportunità economiche. NO
Anche per Antonio Fazio l’austerity demografica blocca la crescita
In dieci anni la Germania ha perso due milioni di bambini nell’inverno demografico che devasta la geografia tedesca e che è al centro di uno studio governativo e del Max Planck Institute. Nella ricca e potente Germania ci sono solo otto nuovi nati ogni mille abitanti, la percentuale più bassa al mondo. La chiamano “austerity demografica”. La Germania si ridurrà del 20 per cento in due generazioni, e con essa il pil, avvertono gli esperti. Lo Spiegel l’ha chiamata “una terra senza figli”. Se nel Dopoguerra del miracolo economico ci fu il baby boom, il decollo delle nascite, oggi la Germania fa esperienza di un “baby choc”. Le nascite crollano ai minimi storici dal Dopoguerra. “E’ una situazione drammatica”, ammonisce Herwig Birg, uno dei massimi esperti di demografia. “Nel 2100, se continua così, gli abitanti della Germania caleranno dagli ottanta milioni attuali a 46 milioni, e nel 2300 a tre milioni appena”. “I tedeschi si estingueranno?”. Se lo chiede il tabloid Bild a proposito dello studio demografico commissionato dal governo della cancelliera Angela Merkel, secondo cui la Germania perderà circa un quinto dell’attuale popolazione entro il 2060.
Nel 1910, al tempo della Belle Epoque, due milioni di bambini nascevano ogni anno in Germania. Un secolo più tardi, con il 50 per cento di persone in più, ne sono nati meno di 700 mila all’anno, di cui oltre 200 mila da immigrati. Il tutto nonostante gli incentivi del governo a ribaltare il trend in quella che è la più fiorente economia d’Europa. Come spiega l’ex governatore Antonio Fazio nel libro “Sviluppo e declino demografico in Europa e nel mondo” (Marietti), senza figli non c’è crescita economica. Il malthusianesimo è una fatale menzogna. Una forma di austerity che uccide più delle tasse. E’ come il serpente che si morde la coda in un circolo vizioso di ristagno economico e di invecchiamento demografico che il saggista americano Eric Cohen chiama “la via dell’estinzione”. Una lezione, spiega Fazio, che vale anche per l’Italia.
Il caso della pasciuta Germania mette a nudo la fallace teoria liberal secondo cui la denatalità è colpa della mancanza di opportunità economiche. Ma dimostra, invece, che senza le culle piene non può esserci crescita.