GLI INSULTI DEI RADICAL-CHOC

Benpensanti e moralisti, quando si tratta di sparare sui pidiellini si

scordano i principi base della tolleranza - Dalla Guzzanti sulla Carfagna fino a D’Alema che chiama Brunetta “energumeno tascabile”, passando dagli insulti a Ferrara... - -

Paolo Bracalini per "il Giornale", 11/4

«Mariastella Gelmini di sicuro non è umana, dovremmo chiamare i professori di chimica per capire che cos'è» spiegò Andrea Camilleri esaltando una piazza piena di società civile, indignata per come il centrodestra rappresentava la donna. Sempre in quel consesso l'artista Sabina Guzzanti dedicò una filastrocca alla Carfagna («Osteria delle ministre... paraponziponzipò... le ministre so' maestre... paraponziponzipò...e se sono brave a letto figuriamoci in Parlamento... dammela a me Carfagna... le Pari opportunitaaaà!») prima di esplodere in un applauditissimo «ma non può diventare ministro una che gli ha succhiato l'uccello!» (40mila euro per diffamazione in Tribunale, in seguito).

Le donne sono più colpite, ma non sempre il linciaggio produce appelli o gare di solidarietà. La ministra Meloni si trovò a dover scegliere, come vezzeggiativo, tra il «Ministronza» affibbiatogli da un disegnatore della società civile, un «gallinella del potere» cucitogli dall'Espresso, e una più generica appartenenza alla categorie delle «cagne» scoperta dall'ex quotidiano filo Pd Il Riformista. Più chiaro è stato Franco Battiato, studioso delle religioni orientali, che nelle meditazioni ha enucleato questa verità: «Ci sono troie in giro in Parlamento che farebbero di tutto, dovrebbero aprire un casino».

Se l'essere donna equivale all'essere zoccola, fatale è il difetto fisico, essere brutti, calvi, o peggio ancora bassi. Ci avrà fatto il callo Renato Brunetta, «esteticamente incompatibile con Venezia» (Gino Strada), ex «mini-ministro» (Furio Colombo), «energumeno tascabile» (D'Alema), che con gli anni (e il caratteraccio) risponde a tono («È una sinistra fuori dal mondo che mi fa leggermente schifo»).

Di Berlusconi si sfotte la calvizie e la statura. Travaglio, torinese come il Museo di Cesare Lombroso, ci ha fatto una saga di nomignoli: Al Tappone, Nanefrottolo, Silviolo, Cainano ovvero Cai-Nano, Cavalier Bellachioma e altre dozzine. Anche Grillo lavora sullo stesso registro, e così l'ex premier diventa, sul suo blog, Psiconano o Testa d'Asfalto.

A Giuliano Ferrara non è perdonata la stazza, «il Platinette con la barba» che secondo Travaglio dovrebbe stare al circo «tra la donna cannone e la donna barbuta». Daniele Luttazzi usò un'ironia più cerebrale (battuta non copiata da comici americani, in quel raro caso): «È l'alone di feci che viene lasciato sul lenzuolo dopo un rapporto anale, detto il Giulianone». Avesse detto un centesimo su Rosy Bindi (tipo il berlusconiano «più bella che intelligente») sarebbe stato crocifisso in sala mensa.

Ma non è la stessa cosa, quella è ironia, c'è la valenza civile. La differenza è antropologica, l'elettorato di centrodestra è inferiore, Untermenschen, bestie ignoranti. «È certo che la destra italiana è una cosa che non appartiene agli esseri umani» chiarisce ancora Battiato. «Il Pd è fallito» sentenzia invece Oliviero Toscani, fotografo impegnato nel sociale (le campagne per i Benetton...), ma «la Lega è una diarrea», uno scarto umano. Lo spiegò meglio il premio Nobel Dario Fo, candidato da Grillo al Quirinale: «La maggioranza degli italiani, che nelle urne ha scelto il centrodestra, è composta da coglioni».

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