Elezioni, da dove pescano i 5 Stelle
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un terzo da destra, un terzo da sinistra. Lo studio di Swg sul voto del 24-25
febbraio mostra che il movimento di Grillo si colloca fuori dal tradizionale asse della politica e ne inventa uno nuovo: cambiamento contro appartenenza. Pd e Pdl scelti "per inerzia"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 28 febbraio 2013
Il Movimento Cinque Stelle è di sinistradestra. O di destrasinistra, se si preferisce. E’ quello che si deduce dallo studio di Swg sui flussi elettorali del voto del 24-25 febbraio. Il boom della lista ispirata da Beppe Grillo è stato alimentato per il 30% da elettori che alle europee del 2009 avevano scelto il centrosinistra (Pd, Idv e altri) e per il 27% da elettori che avevano scelto il centrodestra (Pdl, Lega e altri). Per Grillo il bacino più grande resta comunque quello dell’astensione, pari al 37% dei suoi consensi, cioè un esercito di oltre tre milioni di persone. Gli altri partiti al di fuori delle coalizioni principali contano soltanto per il 6%.
Fonte: Swg
In dettaglio, il Movimento 5 Stelle ha preso l’11% dal Pd, il 12% dall’Idv, 7% da altri. Dal blocco di centrodestra, il 18% dei consensi grillini è arrivato dal Pdl, l’8% dalla Lega, l’1% da altri.
Nelle elezioni politiche del 2013, scrivono i ricercatori di Swg, “non si è giocato più, come nel 2008, lungo l’asse centrodestra-centrosinistra, bensì lungo la linea cambiamento-appartenenza“. Una parte del Paese, un quarto, “ha lasciato le vecchie appartenenze e ha scelto di mandare un segnale di cambiamento“. Il 60% ha continuato invece a votare il partito a cui si sente “ancestralmente legato”. Ma si è trattato di “un moto inerziale”, di un voto “non convinto”.
Non convinto il voto al Pd, ma neppure la mirabolante rimonta di Berlusconi. “Gran parte degli elettori del centrodestra”, spiega Swg, non ha avuto un “atteggiamento di piena adesione al progetto berlusconiano”, ma ha agito nell’”impossibilità di votare qualcos’altro”.
Rispetto alle europee del 2009, il Pdl perde comunque tre milioni e mezzo di voti, mentre il Pd ne guadagna 600.000, riportando alle urne ben 2.200.000 persone che in quella tornata disertarono le urne. Quanto alla Lega nord, Swg rileva che solo il 38% degli elettori del 2009 ha riconfermanto il voto nel 2013, mentre un consistente 22% è migrato al M5S.
E Monti? Anche lui ha pescato in modo abbastanza equilibrato dai due poli, anche se con un risultato finale molto meno soddisfacente. Il 23% dei consensi di Scelta civica arriva dal centrodestra (soprattutto dal Pdl, 17%), il 18% dal centrosinistra (soprattutto dal Pd, 13%), il 17% dall’Udc e ben il 42% dagli astenuti.