Il Foglio - Al direttore –
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Voglio sperare che l’accezione di conflitto di interesse che sarà portata, per la
prevenzione e la regolamentazione, nel Parlamento post elettorale sia ampia, non limitata al tema di cui scrive Salvatore Merlo nel Foglio del 21 febbraio e senza scopi di annientamento. Riguarderà situazioni effettive e potenziali come quella di Berlusconi – lontana, come dovrà essere, la norma dall’esproprio o dall’omicidio normativo – ma non potrà dimenticare gli incroci azionari, le costruzioni societarie piramidali, le scatole cinesi, gli intrecci tra politica, economia e finanza, anche a prescindere dal fatto che si ricoprano, per uno dei poli dell’intreccio, cariche governative o parlamentari. Conflitto di interessi “epidemico”: occorrerà allora una legislazione organica “usque ad sidera”, che colga tutte le situazioni politiche, economiche, finanziarie e sociali potenzialmente e strutturalmente confliggenti. E sarà la prova di una vera riforma non solo della politica, ma anche, e innanzitutto, dell’economia. Con i più cordiali saluti.
Angelo De Mattia, 23/4