Lettera di Celentano e risposta di Feltri
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Riportiamo i due testi sul perché votare Grillo e non votarlo.
- Lettera promozionale Celentano
"Comincio a pensare che c'è del giusto nella sana minaccia di quel proverbio che dice: 'Un popolo ha il governo che si merità". Inizia così l’articolo di Adriano Celentano che apre la prima pagina del Fatto Quotidiano di oggi e nel quale il Molleggiato annuncia a chiare lettere che voterà Beppe Grillo alle politiche e Umberto Ambrosoli alle regionali in Lombardia.
Il cambiamento - Dopo aver ricordato lo scempio paesaggistico del Bel Paese, fatto di abusivismo, di luoghi brutti che rendono tristi e sfiduciati e delle affermazioni dei politici esperti (“Dobbiamo incrementare la crescita” - ma non ci dicono come - “dobbiamo creare posti di lavoro” - ma non ci dicono come), Celentano si chiede dunque quale sarà il “prossimo” che ci meritiamo? "Stavolta - scrive - la risposta non si farà attendere molto. Mancano solo tre giorni al responso e la sorpresa credo che sarà grande: nonostante la partitocrazia si affanni a divulgare che, quand’anche Grillo vincesse, non sarebbe comunque in grado di governare perché non ha esperienza. Certo, questo è vero. Ma quelli che hanno esperienza fin ad ora dove ci hanno portato? Se è vero che invochiamo il cosiddetto cambiamento, non abbiamo altra scelta. Dobbiamo votare per lui, pur sapendo che qualche disagio non mancherà proprio a causa della sua inesperienza. Nessuno nasce imparato e il suo movimento imparerà presto. Del resto non c'è cambiamento, qualunque esso sia, che possa sfuggire a un periodo di scombussolamento e quindi di assestamento. Se davvero vogliamo il cambiamento, dobbiamo affrontarlo con tutte le sue conseguenze", sottolinea.
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La prateria lombarda - Poi passa al candidato presidente per il centrosinistra della Regione Lombardia: "Anche Ambrosoli, che è un bravo avvocato, non ha esperienza di governo, ma dobbiamo votare per lui se vogliamo che le cose cambino, perché lui è il nuovo. La Lombardia è il grande punto di riferimento per tutta l'Italia. E Ambrosoli è l’uomo giusto. Per come parla, per come ride e per come guarda. Io mi fido di lui e con lui mi piacerebbe intrattenermi in una conversazione interessante su quella che sarà "'la grande Prateria Lombarda".
- Lettera risposta Feltri
Adriano Celentano ieri, con un articolo pubblicato sul Fatto Quotidiano, aveva spiegato il perché del suo voto a Beppe Grillo. "Se è vero che invochiamo il cosiddetto cambiamento, non abbiamo altra scelta", aveva spiegato il Molleggiato ammettendo l'inesperienza del comico "Del resto non c'è cambiamento, qualunque esso sia, che possa sfuggire a un periodo di scombussolamento e quindi di assestamento. Se davvero vogliamo il cambiamento, dobbiamo affrontarlo con tutte le sue conseguenze", sottolineava.
Oggi a rispondere a quella lettera aperta agli elettori ci pensa Vittorio Feltri dalle colonne del Giornale. Anche il direttore era stato tentato di votare Grillo "per sparigliare i giochi politici e affidare a lui il compito di distruggere il sistema marcio che ha dimostrato di non funzionare". Poi però Feltri ha riflettuto e sostiene che non è solo questione di inesperienza. "Come ci si può fidare di un talento dello spettacolo per risollevare le sorti della penisola?", chiede il giornalista a Celentano. "Chiunque governerà", continua Feltri, "si accorgerà di avere le mani legate da lacci e lacciuoli: la Costituzione vecchia, i regolamenti obsoleti e inadeguati, un bicameralismo paralizzante. Non bastasse c'è anche il peso opprimente dell'Ue". "La politica", puntualizza Feltri, "ha due fasi: "prima la raccolta del consenso; secondo l'attuazione di ciò che è servito per raccoglierlo. Grillo afferma di voler fare tante cose, ma tace su come farle: con quali fondi?".Queste solo le perplessità che hanno indotto il direttore a non cadere nella tentazione di votarlo: "Il mio non è un pregiudizio: è un ragionamento basato su dati concreti". "Tra il dire e il fare", sentenzia Feltri, "c'è di mezzo la vita". "Se desideri farti due risate all'idea di cento grillini in Parlamento", chiude Feltri la lettera a Celentano, "vota Grillo. Se invece ti sta a cuore la gente che soffre scenti dalla pianta e canta".
Il Giornale, 23/2