L'incubo Grillo è stato creato dai partiti
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Il Movimento 5Stelle, di Beppe Grillo, è diventato un incubo per i partiti italiani.
E anche per l'intera società italiana. Si teme infatti che esso possa raggiungere il 20% dei voti che è una percentuale raggelante. Basti ricordare che questo livello (a parte il Pci e la Dc e i loro attuali discendenti) non è mai stato raggiunto da nessuno altro partito nella storia politica italiana di quest'ultimo dopoguerra, nemmeno dal Partito socialista, persino nei suoi anni d'oro della Milano da bere. Ma, anziché lanciare anatemi contro Grillo, come fanno tutti i segretari politici e i media di sistema (quasi tutti, cioè), adesso che la frittata è stata fatta, sarebbe stato opportuno che i partiti in gioco si interrogassero senza reticenze sulle loro reiterate inadempienze; cambiassero registro, proposte, facce, linguaggi, atteggiamenti. Invece nulla. La foresta pietrificata della casta politica è rimasta immobile nei suoi riti ridicoli, per non dire tragici.
Il Movimento5Stelle è una formazione politica giovane, ma non è nata ieri. Si poteva quindi cercare di neutralizzarla prima che diventasse una valanga. Le sue denunce, da sempre, si rivolgono a un elettorato sfiduciato, disorientato, colpito dalla disoccupazione, spremuto dalle tasse, tormentato dalla crisi. Un elettorato che si attenderebbe delle risposte, delle assicurazioni e che vorrebbe essere certo che coloro che, da Roma, ci governano sono interessati a usare, per il bene comune, i soldi che sono stati spillati, in percentuali invereconde, dalle tasche di tutti gli italiani che non possono evadere.
Invece, tanto per non andare lontano, nell'ultima settimana del dibattito pre-elettorale, il centro delle discussioni, nei talk show, sono stati l'opportunità della cessione de La7, la topica di Giannino millantatore e la graduatoria di chi era più nelle grazie di Angela Merkel. Nessun partito invece è stato in grado di promettere nemmeno il dimezzamento dei parlamentari e della classe politica locale. Il conduttore di Zapping su Radiorai1, Aldo Forbice, aveva raccolto 500 mila firme di italiani che chiedevano questo. È stato brutalmente sollevato dall'incarico su richiesta pubblica (non si vergognano nemmeno) di Sergio Zavoli (90 anni, ricandidato) a nome della commissione parlamentare di vigilanza Rai. Chi è causa del suo mal, pianga se stesso. di Pierluigi Magnaschi . Italia Oggi 23/2