Hollande offre (di nascosto) la Legion d’onore al principe saudita
- Dettagli
- Categoria: Estero
L’onoreficenza a Mohammed ben Nayef «per la lotta contro l’estremismo e il terrorismo». L’Eliseo prima tace, poi conferma la notizia diffusa da Riad. Ma è polemica. Nel paese settanta decapitazioni dall’inizio dell'anno
di Stefano Montefiori, corrispondente a Parigi Corriere Della Sera
François Hollande ha ricevuto la visita, venerdì scorso all’Eliseo, del ministro dell’Interno nonché principe ereditario dell’Arabia saudita, Mohammed ben Nayef. L’incontro era previsto dall’agenda ufficiale del presidente, ma non è stato accompagnato da alcuna dichiarazione da parte francese. Più loquaci invece i sauditi, che tramite la Saudi Press Agency hanno diffuso le immagini dell’incontro. In particolare, l’agenzia di stampa saudita ha pubblicato la foto della stretta di mano tra Hollande e Nayef, che con l’altra mano esibisce la medaglia della Legion d’onore appena ricevuta. Nel comunicato saudita si legge che la più alta onoreficenza francese è stata attribuita al principe «per tutti i suoi sforzi nella regione e nel mondo nella lotta contro il terrorismo e l’estremismo».
Contraddizioni
Difficile però considerare l’Arabia saudita come un modello, sia contro il terrorismo sia contro l’estremismo. Benché Riad faccia parte della coalizione internazionale contro lo Stato islamico, è stata a lungo sospettata di avere sostenuto almeno in un primo momento milizie terroristiche in Siria e Iraq, sia pure indirettamente, attraverso donazioni private. Obbedendo alla tradizionale ripartizione delle sfere di influenza nel mondo musulmano, che vede l’Arabia saudita come il punto di riferimento dei sunniti in contrapposizione all’Iran sostegno degli sciiti, il Paese waahabita ha appoggiato formazioni come il fronte Al Nosra che in Siria combatte per rovesciare la dinastia alaouita (sciita) degli Assad. C’è poi il sostegno ideologico all’estremismo. Secondo il dirigente belga di Amnesty International Philippe Hensmans, «l’Arabia saudita è un Isis legale che decapita sulla piazza pubblica in tutta legalità», riprendendo la tesi dello scrittore algerino Kamel Kaoud che in un articolo sul New York Times dopo gli attentati del 13 novembre definì l’Arabia saudita come «un Isis che ce l’ha fatta».
Le decapitazioni
Dall’inizio del 2016, settanta persone sono state decapitate dal boia di Stato in Arabia saudita. Di queste, 47 nella sola giornata del 2 gennaio, quando venne messo a morte l’oppositore sciita Nimr Al-Nimr provocando una crisi diplomatica con l’Iran. Nel 2015 le decapitazioni sono state 153. C’è poi la questione della discriminazione ai danni delle donne, che non possono uscire di casa se non accompagnate da un famigliare maschio, non possono guidare l’auto, e non possono lavorare senza il permesso del marito o del padre.
Proteste e spiegazioni
L’Eliseo ha spiegato all’agenzia Afp che l’onoreficenza è stata conferita «come si fa con le personalità straniere, una pratica protocollare corrente», ricordando che François Hollande era stato a sua volta decorato con «l’ordine supremo del Regno» in occasione di una delle sue visite in Arabia saudita. I più virulenti a protestare sono i rappresentanti del Front National, ma anche l’esponente di sinistra Jean-Luc Romero si chiede «come accettare che il principe ereditario dell’Arabia saudita riceva la legion d’onore dal Paese dei Diritti dell’uomo?», mentre il deputato di centrodestra Thierry Solère sostiene che «La Francia dovrebbe essere più ferma, come fanno le altre democrazie occidentali, nell’esigere un comportamento diverso dall’Arabia saudita».
Contratti miliardari
Negli ultimi anni la Francia sembra avere sostituito gli Stati Uniti, impegnati nel riavvicinamento all’Iran, nel ruolo di più stretto alleato occidentale dell’Arabia saudita. Lo scorso ottobre il primo ministro Manuel Valls in visita a Riad ha firmato contratti per 10 miliardi di euro nei settori dell’energia, sanità, agro-alimentare, satelliti, infrastrutture, e armamenti.
L’imbarazzo del neo-ministro
Jean-Marc Ayrault, ex premier appena tornato al governo come ministro degli Esteri, era invitato questa mattina alla radio del servizio pubblico France Inter. Ad accoglierlo, imbarazzato, ha trovato l’umorista Sophia Aram travestita da donna saudita, quindi completamente coperta da un velo nero, che gli ha detto in diretta «anche io vorrei la legion d’onore! Cosa si deve fare per averla? C’è un test, una domanda da compilare? Ah ho capito, bisogna comprare dei Rafale (gli aerei da combattimento francesi, ndr), delle armi, delle cose così... Comunque, se vi avanzassero delle ghigliottine, quello sì sarebbe un bel regalo da fare al nostro ministro dell’Interno».