Israele contro le ong pagate dall’Europa per fargli la guerra
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Lo stato ebraico si porta avanti nell’approvazione della legge sulle ong. Non c’è alcuno scandalo né assalto alla democrazia, come titolano i giornali agghindati di risentimento antistraeliano. Si tratta, molto più semplicemente, di chiedere trasparenza se un’organizzazione non governativa riceve contributi da paesi stranieri
di Giulio Meotti | 10 Febbraio 2016 ore 06:05
Israele si porta avanti nell’approvazione della legge sulle ong. Non c’è alcuno scandalo né assalto alla democrazia, come titolano i giornali agghindati di risentimento antistraeliano. Si tratta, molto più semplicemente, di chiedere trasparenza se un’organizzazione non governativa riceve contributi da paesi stranieri. Gruppi spesso soltanto in apparenza dediti alla causa dei diritti civili ma che ricevono fondi dall’estero per fare delegittimazione sullo stato ebraico.
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Come la ong Breaking the Silence, che ha preso 42 mila euro dall’Olanda dopo l’Operazione Piombo Fuso per fornire 90 testimonianze da ex soldati israeliani sui “crimini di guerra” compiuti a Gaza. L’ex dissidente sovietico Nathan Sharansky, che con la sua battaglia dal carcere fu all’origine di una grande ong come Human Rights Watch, ha detto che molte di queste ong sono oggi “uno strumento nelle mani di regimi dittatoriali per combattere le democrazie”. Perché Israele non dovrebbe volere chiarezza se l’ambasciata norvegese a Tel Aviv, se l’Unione Europea, se un’associazione olandese o se gli sceicchi sauditi pagano una ong per dire che Israele è “apartheid” che commette “crimini contro l’umanità”? Non c’è nessun altro paese al mondo che è obiettivo di manipolazione da parte di governi stranieri attraverso un intervento così massiccio nelle sue questioni interne. E’ un cavallo di Troia
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