Ammucchiati a sinistra non si governa
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Lezioni per Spagna e Italia dal Portogallo, salvato dall’austero Coelho
di Redazione | 24 Dicembre 2015 ore 06:12 Foglio
Dal 26 novembre 2015 il socialista António Costa è primo ministro del Portogallo grazie all’appoggio dei comunisti e di quel Blocco di Sinistra che è un po’ l’omologo lusitano di Syriza e Podemos. E proprio a Lisbona il governo delle sinistre ha rischiato di entrare in crisi dopo appena 27 giorni. A salvarlo è stato il principale partito del centro-destra. Motivo: il riscatto del Banif, istituto di credito molto importante e da tempo in stato comatoso. Posseduto al 60,5 per cento dallo stato, a un certo punto ha avuto la possibilità di essere salvato tramite un acquisto da parte del Banco di Santander. Ma gli spagnoli per sborsare 150 milioni di euro hanno preteso che lo stato intervenisse a ripulire il Banif.
Così governo e Banco de Portugal hanno deciso di immettere nelle sue casse 2,25 miliardi di euro, di cui 489 milioni del Fondo di Risoluzione alimentato dalle banche che operano in Portogallo e 1,76 miliardi direttamente dallo stato; più altri 700 milioni di garanzia. “Ha un alto costo per i contribuenti”, ha ammesso Costa in tv, “ma, nel contesto attuale è la soluzione che difende meglio l'interesse nazionale”. I comunisti, però, sono furibondi. Dicono che il loro principio è salvare le persone e non le banche, perciò hanno annunciato voto contrario. A questo punto, Costa ha dovuto rivolgersi al centrodestra. Alla fine ieri lo ha salvato l’astensione del Partito Social Democratico dell’ex premier Pedro Passos Coelho. “Io avrei fatto lo stesso”, ha detto del salvataggio. E’ lo stesso Passos Coelho cui Costa ha rifiutato un governo di unità nazionale, preferendo l’intesa a sinistra. Ma con le ammucchiate non si governa. Lezioni per la Spagna in fibrillazione, e non solo.
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