Il re di Spagna farà come Napolitano?
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In Spagna il colpo è stato duro. Dopo 40 anni di stabilità garantita dal sistema bipolare Pp-Psoe, le nuove formazioni Podemos e Ciudadanos hanno rotto il giocattolo
di Carlo Valentini, Italia Oggi 22.12.2015
L'Italia è tra i Paesi politicamente più stabili d'Europa. Incredibile, ma vero. Le ultime elezioni francesi hanno fatto balenare un possibile futuro di grande coalizione (ma difficile coabitazione) contro Marine Le Pen se essa manterrà alle politiche il bottino di voti raccolto alle amministrative, in Germania governa l'insolito embrasson nous tra Unione e Spd perché nessuno dei due partiti ha la maggioranza e, secondo i sondaggi, se si votasse ora non ci sarebbero i numeri per riproporla e decisivi diventerebbero i piccoli partiti (liberale, sinistra radicale, verdi), in Spagna il risultato di domenica non solo non consente ad alcun partito di governare da solo ma nessuna delle coalizioni omogenee ha una maggioranza. Quindi, mentre in Italia vi sono un partito e una coalizione di riferimento e con l'Italicum (buono o cattivo che sia) si rafforzerà la leadership di chi vince, gli altri grandi Paesi europei, che per anni ci hanno dato lezione di governabilità, ora si ritrovano alle prese con l'instabilità o con alleanze più o meno contro natura. E se finora nella vita politica italiana si dibatteva di modello tedesco, francese e spagnolo, ora sono quei Paesi che vengono a studiare la nuova legge elettorale made in Italy.
In Spagna il colpo è stato duro. Dopo 40 anni di stabilità garantita dal sistema bipolare Pp-Psoe, le nuove formazioni Podemos e Ciudadanos hanno rotto il giocattolo. Il premier uscente Mariano Rajoy sarà ora costretto a scendere a patti, prostrato dalla perdita di 64 deputati, non meno ferito è il leader del Psoe, Pedro Sachez, che di parlamentari ne ha persi 20 e soprattutto sente il fiato sul collo di Podemos, il partito post indignado di Pablo Iglesias. Quest'ultimo ha ottenuto 69 deputati, Sachez 91 (Rajoy 122, in totale i seggi sono 350). Quarto incomodo è il centrista Albert Rivera che col suo Ciudadanos ha 40 deputati. Sarà un parlamento piuttosto irrequieto e il giovane re Felipe VI dovrà faticare per evitare che si debba tornare alle urne, con riflessi negativi su una situazione economica ancora febbricitante. Il re potrebbe facilitare una grande alleanza tra Pp e Psoe. Ciò che fece Giorgio Napolitano col governo Monti e che ha poi generato l'Italicum. Sarà così anche in Spagna?