I volenterosi carnefici
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Daniel Goldhagen al Foglio: “La distruzione di Palmira e l’Iran nuclearizzato minacciano la civiltà”
di Giulio Meotti | 08 Ottobre 2015 ore 17:24
Roma. 3.207 esecuzioni in Siria, 7.700 in Iraq. E’ il bottino di morte dello Stato islamico (Isis) in un anno di califfato. Lo ha calcolato l’Osservatorio siriano per i diritti umani. L’Isis ha dunque giustiziato diecimila persone da quando ha annunciato il “califfato globale” un anno fa. Il dato non comprende le migliaia uccise in battaglia e nei bombardamenti suicidi. 76 i bambini giustiziati in Siria. Il massacro di 1.700 cadetti iracheni al Campo Speicher non è incluso nel bilancio, così come il massacro di cinquemila yazidi abbattuti dall’Isis mentre cercavano di fuggire. Un genocidio dunque è in corso, ma l’occidente appare impotente e incapace perfino di definirlo tale. Non si stupisce però lo storico di fama mondiale Daniel Goldhagen, autore del celebre best seller “I volenterosi carnefici di Hitler”. Goldhagen ha pubblicato anche “Peggio della guerra” (edito in Italia da Mondadori), settecento pagine che passano in rassegna il processo “eliminazionista” che ha portato al Ruanda, a Srebrenica, fino alle stragi islamiste e al Darfur.
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In occidente nessuno si è mosso per fermare l’Isis. Un vuoto riempito per il momento dalla Russia di Vladimir Putin. “Gli americani non vogliono distruggere l’Isis perché il primo obiettivo di Barack Obama è il disimpegno internazionale senza considerare le conseguenze”, dice Daniel Goldhagen al Foglio. “Gli europei non hanno né le capacità militari né la volontà di un confronto in medio oriente. Più in generale c’è un fallimento generale sui reali pericoli che abbiamo di fronte e una sorta di superstizione secondo cui tutto si aggiusterà soltanto perché ce lo hanno detto Obama e gli europei”.
L’islam politico secondo Daniel Goldhagen “è il maggiore movimento genocida del nostro tempo. Iran, Hezbollah, al Qaeda e Hamas condividono la stessa ideologia dell’Isis. Ovviamente lo Stato islamico è una versione più sanguinaria, ma è parte di un fenomeno più ampio che rappresenta il principale pericolo per l’occidente e il medio oriente”.
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