I bombardieri in Siria e Libia non servono proprio a nulla
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L'Italia si trova al crocevia di queste mutazioni con un bagaglio di esperienze e di interessi, dalle operazioni di salvataggio in mare alla presenza energetica in Libia e ora in Egitto, che le pongono interrogativi stringenti.
di Sergio Soave Italia Oggi 9.9.2015
Il clima internazionale sta mutando rapidamente: da una parte l'iniziativa di Angela Merkel che apre le porte agli immigrati ridisegna la mappa delle alleanze europee, con l'esclusione dei paesi usciti dalla dominazione sovietica e l'entrata dei paesi mediterranei nell'area di convergenza con la Germania, dall'altra Francia e Germania, gli unici paesi europei con una forza militare consistente, puntano a interventi in Siria, mentre l'ipotesi caldeggiata dalla Farnesina di un appoggio militare alla mediazione Onu in Libia segna il passo. Tutti peraltro sanno che, Siria o Libia, non si può andare al di là di qualche esibizione di muscoli estemporanea senza un'intesa con la Russia e la Turchia e un beneplacito americano, il che rende paradossale il rilievo centrale che si è dato alla questione ucraina.
L'Italia si trova al crocevia di queste mutazioni con un bagaglio di esperienze e di interessi, dalle operazioni di salvataggio in mare alla presenza energetica in Libia e ora in Egitto, che le pongono interrogativi stringenti. Definire l'interesse nazionale in queste vicende attuali e sulle prospettive del futuro immediato è cruciale e il governo ha l'interesse vitale a costruire una visione unitaria alla quale associare uno schieramento che vada al di là della maggioranza parlamentare.
Matteo Renzi ha risposto picche alla proposta francese e inglese di bombardare la Siria, e probabilmente ha fatto bene, visto che senza un concerto internazionale con azioni di questo genere si rischia solo di aggravare la situazione senza danneggiare seriamente il cosiddetto stato islamico e rafforzando indirettamente il regime di Bashar Assad senza ottenere alcuna garanzia che smettano gli attacchi alle popolazioni civili.
Però, dopo aver detto no a iniziative estemporanee che somigliano troppo a quelle che diedero il via alla sciagurata guerra alla Libia del 2011, bisognerà, con tutta la cautela del caso, costruire proposte alternative convincenti. Per questo bisogna prima di tutto capire bene le intenzioni delle potenze interessate. Si potrebbe consigliare a Renzi di incontrare Silvio Berlusconi non per discutere dell'ormai patetica questione dell'elezione diretta o indiretta dei senatori, ma per ottenere informazioni sull'atteggiamento reale di Vladimir Putin, del quale il presidente di Forza Italia è ospite in questi giorni. La posizione internazionale dell'Italia è uno degli aspetti centrali dell'interesse nazionale e per definirla serve il contributo di tutte le forze costruttive, che siano al governo o all'opposizione.
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