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La parola “guerra” è il motore di tutto, ma è stata cancellata dal dibattito sui migranti
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di Mario Sechi | 03 Settembre 2015 ore 10:49
San Gregorio Magno, fu Pontefice dal 3 settembre dell’anno 590 al 12 marzo dell’anno 604. Preziosa la sua opera normativa nel campo liturgico e del canto sacro: a lui si deve il nucleo di quello che diventerà il Messale Romano.
Titoli. Asilo. Accoglienza. Assistenza. L’uso delle tre A per la soluzione del caso migranti ricorda l’uso delle tre R nel nation building: Riconciliazione, riabilitazione, ricostruzione. Nel secondo caso però c’è una parola che precede tutto questo: guerra. Anche nell’emergenza che vediamo con i nostri occhi la parola “guerra” è il motore di tutto, ma è stata cancellata dal dibattito. Le primavere arabe diventate inverni sono state depennate, i disegni di Francia e Regno Unito sulla Libia ritirati, il discorso di Obama al Cairo dimenticato, la caduta di Gheddafi e la sua fine tra piombo e pugni - presagio di quel che sarebbe accaduto dopo - anche quella è stata cancellata, gli errori colossali in Siria, l’arrivo di Isis e dei tagliatori di teste seriali, tutto cancellato. Come se uomini, donne e bambini che a migliaia arrivano sulle coste europee fossero il residutato di qualche altro incidente della storia. No, c’era la guerra. C’è la guerra. E ci sarà la guerra. Finché noi non andremo a chiudere la partita con i tagliagole. Primo caffè, Corriere della Sera: “Alleanza per l’asilo europeo”. Questione burocratica, fa impressione la freddezza amministrativa rispetto alla grandezza del problema. Foto a centro pagina del bimbo annegato sulla spiaggia di Bodrum, Turchia. E’ l’immagine ricorrente oggi sui giornali. Era stata già pubblicata prima dai quotidiani inglesi. Clic. Morte. Dibattito con il generatore automatico di titoli e commenti. Altro sul Corriere? C’è un D’Alema (lo vediamo dopo) che emerge da un francobollo in prima e il campionato italiano di calcio invaso dagli stranieri: “Solo 4 italiani su 10 in campo nella serie A”. Ok, io ho risolto seguendo la Premier League, almeno da quelle parti giocano a pallone. C’è bisogno di una scossa, qualcosa di sinistra. Repubblica: “Migranti, i marchi della vergogna. Ue, ecco il piano”. Impaginata l’indignazione, ecco il caso spinoso, la serissima faccenda: “L’assessore del Campidoglio che allo stadio insulta la Roma”. Lui si chiama Esposito e voi potete immaginare, cari lettori di List, quanto tutto questo sia centrale nel dibattito sulla Capitale. Cose grosse. Andiamo avanti, un salto all’estero con la navicella spaziale della Stampa (di Torino) giornale che vanta il record di vendite a Washington: “Taglio alle tasse, Renzi sfida l’Ue Decidiamo noi, non Bruxelles”. Premier in versione battaglia delle Termopili. Il direttore, Mario Calabresi, sfodera la sua penna per commentare la foto del bimbo annegato a Bodrum. Spiega i suoi dilemmi di fronte a quella foto scioccante (tono grave), il dovere di pubblicarla (tono eroico), racconta il suo incontro con i bimbi siriani (tono da reporter), invita tutti a darsi una mossa per risolvere il problema (e parte la sigla di Rocky). Superato il copione del direttore in plancia di comando, cosa c’è ancora da leggere? Massimo Gramellini si occupa della località di Ormea dove non vogliono gli immigrati e gli abitanti sono disposti a pagare l’albergatore per non ospitarli. Gramellini non assolve e non condanna, propone la dispersione in poche unità e in più località dei migranti. Sempre geniale, lui. Si apre finalmente un grande dibattito a Cuneo, dove s’erano ormai abituati a discutere ogni giorno della politica in Iowa. Andiamo altrove, a passo svelto. Prendo un caffè ar vetro e segnalo che er Messaggero fa questo titoletto: “Quella foto choc (che non vedrete) del bimbo morto. Altra scelta giornalistica, copione al contrario. Titoli rassicuranti e storie edificanti? Libero: “Gli amici di Renzi pagati due volte”. E’ la storia dei doppi incarichi per i dirigenti di Palazzo Chigi. Interessante. Il Giornale: “Tasse giù, ma solo agli immigrati”. Si tratta del costo del permesso di soggiorno, troppo caro. Libero e Giornale oggi fanno tandem presentando il nuovo libro di Oriana Fallaci, “La mia verità sull’Islam”, raccolta di reportage e interviste dal Medio Oriente pubblicata da Rcs con la prefazione di Lucia Annunziata.
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