Merkel fra i rifugiati assaliti: “Accoglieremo tutti i siriani”
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Visita il centro attaccato dai neonazi: “La Germania sospende Dublino”. L’Ue prepara modifiche: asilo più facile a chi ha diritto, rimpatri per gli altri
26/08/2015 MARCO ZATTERIN CORRISPONDENTE DA BRUXELLES
Dopo la visita nel centro immigrati di Nauen a nord di Berlino dato alle fiamme dai neonazisti
la Cancelliera tedesca Angela Merkel ha visitato uno dei quartieri a più alta densità di immigrati dove si erano verificati scontri
Dopo le parole, i fatti. Con un breve messaggio su Twitter seguito alla visita della cancelliera Merkel al Centro immigrati bruciato dai neonazisti, l’Ufficio federale per l’Immigrazione ha confermato la decisione tedesca di accogliere tutti i rifugiati siriani in arrivo sul territorio nazionale. «In questa fase non applichiamo il regolamento di Dublino», rivela la nota. Vuol dire che la Germania ospiterà ogni profugo giunto dalla terra di Assad, anche quelli entrati nell’Ue da altre porte, l’Italia, la Grecia o l’Ungheria. Per il patto firmato nella capitale irlandese è gente che dovrebbe rimanere nel paese di approdo. Berlino invece sospende la regola e li riceverà uno dopo l’altro. Alla scuola della solidarietà, è una lezione che lascia il segno.
L’appello
Lunedì la cancelliera Merkel e il presidente francese Hollande hanno lanciato un appello per la solidarietà e la condivisione. Hanno chiesto all’Europa di unire gli sforzi davanti alla massa di disperati che fugge dai conflitti, invocando la piena applicazione delle norme sull’asilo e più fermezza nel rimpatriare chi non ha diritto alla protezione. È un messaggio che la Commissione Ue ha accolto «con favore», ancor più per la mossa «siriana» che abbatte un muro in un continente che, al contrario, pensa a costruirne di nuovi per dividere gli uomini. L’Agenda per l’Immigrazione intavolata in maggio dalla squadra di Juncker è in sintonia con la scelta tedesca.
La piena apertura ai siriani vuol dare il buon esempio. Ai baltici, agli altri governo dell’Est, ai britannici. Da venerdì la Germania ha sospeso i decreti di espulsione, in deroga al regolamento di Dublino varato nel 2003. Il popolo di Damasco, che non può tornare in patria, avrà titolo per abitare nella Repubblica federale. È ciò che volevano. Sono fuggiti per le isole elleniche o attraverso l’Italia per andare in terra tedesca. Spalancando la porta, Berlino applica per prima le quote volontarie suggerite da Bruxelles. Le stesse su cui i leader Ue hanno trovato solo una litigiosa e parziale intesa in giugno.
Solidarietà
Pochi giorni fa i tecnici di Frau Merkel hanno annunciato di aver rivisto a 800 mila la stima delle domande d’asilo del 2015, un terzo in più rispetto al 2014. Adesso si fa pressione perché anche gli altri Paesi - quelli delle scelte «vili» secondo la cancelliera - si muovano sulla via della solidarietà, lavorando al contempo per una migliore applicazione delle regole sull’asilo e i rimpatri. Vuole una strategia e un approccio comune a ventotto.
La Commissione Ue è pronta a cavalcare l’onda. Il team di Juncker si riunirà il 3-4 settembre sul lago di Genval, nei pressi di Bruxelles, per discutere il programma di lavoro. Il 9 settembre il presidente pronuncerà il discorso sullo Stato dell’Unione all’Europarlamento. Sarà l’occasione per un messaggio forte sull’esigenza di una politica comune dell’Immigrazione. Il testo è in preparazione, ma i punti centrali sono due: avanzare con un ripensamento di Dublino e un meccanismo automatico di accoglienza per gli aventi diritto alla protezione internazionale; predisporre una mappa dei paesi sicuri per rendere più agevole respingere chi non ha diritti. Funzionerà? «Ci auguriamo che il messaggio tedesco riecheggi in altre capitali», ammette un portavoce Ue. Prima verifica in Lussemburgo in ottobre. Poi al summit di Malta, l’11 novembre. Lì si vedrà se il gesto tedesco sarà servito a qualcosa.
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