TAGLI. Grecia, non solo poveri: Tsipras tutela pure le lobby
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Armatori esentasse. Banchieri senza paletti. Spesa militare intonsa. E agricoltori coi sussidi salvi. Tsipras protegge anche i poteri forti. Insoliti alleati per Syriza.
di Francesco Pacifico, 5.7.23015, Lettera24
Non ha tassato le plusvalenze all'estero degli armatori, ma ha introdotto una patrimoniale che colpisce tutto il ceto medio.
Nonostante sia un pacifista convinto si è battuto come un leone contro i tagli alla Difesa.
Il tutto mentre le banche hanno continuato a incassare forti commesse sul prelievo di soldi, mentre la poca ricchezza del Paese scappava all'estero.
NON SOLO IN DIFESA DEI POVERI. In questi mesi Alexis Tsipras non si è battuto soltanto per difendere i più poveri.
A guardare in filigrana la sua bozza di tagli e riforme per l'Unione europea si scopre che il premier ha deciso di tutelare alcuni poteri forti del Paese. Che potrebbero essere decisivi al referendum del 5 luglio. Eccoli.
Alexis grazia gli armatori: arricchiti ed esentasse
Quando si insediò al governo, Alexis Tsipras promise di «far pagare una super tassa agli oligarchi».
Cioè agli armatori.
Che da Onassis in poi si sono fatti mettere nero bianco in Costituzione, all'articolo 89, che le loro flotte possono non pagare le tasse sui profitti generati all’estero.
MILIARDI ACCUMULATI. E tanto è bastato perché in un Paese storicamente ricco 60 famiglie accumulassero soltanto tra il 2000 e il 2010 140 miliardi di euro di utili e controllando il 16% dei noli mondiali.
Soltanto tra il 2013 e il 2014 i loro profitti sono cresciuti del 9,04%.
CONTROLLANO GIORNALI. Ma in Grecia mettersi contro i tycoon del mare è difficile: non fosse altro perché controllano giornali e televisioni o bacini di voto come le squadre di calcio.
Che in Grecia non sono stati mai stati tanto duri con il nuovo governo.
Anche per questo Tsipras ha riposto in un cassetto i propositi più bellicosi.
TASSA UNA TANTUM. Infatti nel suo piano di tagli presentato a Bruxelles ha inserito una tassa una tantum del 12% sui profitti delle imprese, proponendo di alzare l'aliquota fiscale per le aziende dal 26 al 28% e una patrimoniale che colpisce qualsiasi cittadino che guadagni più di 30 mila euro all'anno.
C'è chi ricorda che una famosa famiglia del settore, Angelopoulos, abbia fatto da tramite tra Barack Obama e Tsipras.
OK A UN'ALTRA MONETA. E c'è chi in questi giorni ha fatto intendere che gli armatori guarderebbero con favore al ritorno a una moneta più debole per incrementare i loro affari.
Intanto il quotidiano Kathimerini ha svelato che diversi armatori ellenici stanno studiando di trasferire le loro attività a Cipro nel periodo di transizione tra una moneta e l'altra.
Liberisti con le banche: niente paletti per controllare i capitali
La Camera di commercio di Atene ha comunicato che le banche hanno liquidità fino a lunedì 6 luglio, cioè al giorno dopo il referendum.
La Banca centrale europea (Bce), se al referendum sull'austerity vincesse il 'no', potrebbe chiudere i rubinetti e sospendere i finanziamenti dal fondo di emergenza Ela.
PRELIEVI SENZA SOSTA. Lo strumento che tiene in piedi un settore di fatto già in default, anche perché in questi mesi i correntisti greci hanno prelevato e portato all'estero qualcosa come 1 miliardo di euro al giorno.
Se questo è avvenuto è perché il governo si è sempre opposto a introdurre paletti, sul modello di Cipro, per il controllo dei capitali.
Soltanto domenica 28 giugno Yanis Varoufakis ha dovuto cedere di fronte alle pressioni dell'Eurotower e della locale banca centrale per inserire dei tetti ai prelievi.
BANCHIERI 'ALLEATI'. Mai come su questo versante il governo post comunista targato Syriza si è mostrato liberista.
Ma l'ha fatto per motivi squisitamente prosaici.
In cambio della piena attività, i banchieri greci - i cui istituti sono per lo più controllati dallo Stato - si sono dimostrati un'ottima cassa di risonanza per l'assistenzialismo del governo.
Piraeus Bank, al 67% statale, ha deciso ad aprile di cancellare il 100% dei debiti fino a 20 mila euro contratti dai clienti come prestiti personali o utilizzando la carta di credito.
Spazzati via poi gli interessi di mora sui mutui.
La spesa militare? Non si tocca
Da un governo di sinistra è naturale attendersi un taglio alle spese militari.
Invece il governo ellenico si è sempre rifiutato di farlo, quando gli sherpa del Brussels group hanno messo sul piatto tagli da 2 miliardi per il comparto.
NESSUNA RIDUZIONE. Da campione della dissimulazione, prima Alexis Tsipras ha replicato di essere disponibile a «un abbassamento del tetto per la spesa militare pari a 200 milioni nel 2016 e a 400 milioni nel 2017 attraverso un pacchetto di azioni mirate che comprendono una riduzione del personale e degli acquisti».
Quindi, il giorno dopo aver presentato il suo piano di tagli ai creditori, è arrivata una nota dell'ufficio di presidenza ellenica a smentire la cosa: «Non c'è, non c'è stata e non ci sarà mai un proposta dal governo greco per una riduzione della spesa in Difesa».
MINISTERO ALLA DESTRA. Dietro questa mossa ci sono due spiegazione.
La prima è che il ministro della Difesa è il falco populista Panos Kammenos, leader del partito di destra nazionalista alleato di governo di Tsipras.
L'altro è che la Grecia è storicamente uno dei Paesi che ha garantito ai partner europei le maggiori commesse di armi.
Emblematico che nei giorni del primo default, il governo dell'epoca trattava parallelamente con Parigi per l'invio di alcuni caccia Mirage.
SPESA PRO CAPITE ALTISSIMA. Secondo i dati dello Stockholm International Peace Research Institute, soltanto nel 2009, e complice il conflitto con i turchi, quello greco risultava essere il settimo Paese al mondo per spesa militare pro capite.
Salvati i sussidi ai carburanti per gli agricoltori
Gli agricoltori erano la bestia del governo Samaras.
Bloccavano le strade, marciavano sul parlamento e chiedevano, nonostante la crisi stesse strozzando il Paese, la riduzione del prezzo del gasolio e della bolletta elettrica così come l’esenzione dai libri contabili per chi ha un giro d’affari inferiore ai 40 mila euro annui.
TORNATA LA PACE. Da quando è al potere Alexis Tsipras, la categoria sembra tornata pacifica.
Anche per questo i suoi sherpa al Brusells group non hanno avuto remore ad alzare la voce, quando quelli della Troika hanno chiesto di cancellare i sussidi ai carburanti per gli agricoltori.
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