Chi vuole il Patriot Act (perché serve). Su sicurezza e privacy c’è una scelta epocale da fare, l’occidente è diviso
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Negli ultimi giorni notizie contrastanti sono arrivate da Europa e America sul tema della sicurezza e della privacy.
di Redazione | 15 Maggio 2015
Il Parlamento francese ha approvato la scorsa settimana una propria versione del Patriot Act per garantire la giusta sorveglianza contro le minacce del terrorismo, e Theresa May, ministro dell’Interno del nuovo governo inglese, ha fatto capire che presto Londra adotterà una legge simile. Al contrario, in America è arrivata una sentenza di illegalità da parte di un tribunale contro l’Agenzia per la sicurezza nazionale americana, l’Nsa, e il Congresso ha appena votato quasi all’unanimità per ridurre i suoi poteri. In Germania, dopo uno scandalo che ha coinvolto anche il governo Merkel, si è appena deciso di rescindere un piano di collaborazione tra il servizio d’intelligence tedesco e l’Nsa.
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Così, all’incrocio tra sicurezza e privacy, tra la necessità da parte degli stati di proteggere i propri cittadini e quella di salvaguardare la sfera intima dell’individuo, l’occidente si sta dividendo fra chi, come Francia e Inghilterra, davanti al terrorismo cerca di migliorare le proprie difese e chi invece cede alle invocazioni della privacy a tutti i costi. E’ facile capire che la strada di chi sceglie la sicurezza è quella giusta, quando la sorveglianza non è sputtanamento e ci sono i contrappesi democratici necessari. Ma il Datagate di Edward Snowden, iniziato due anni fa, ha esposto tra paesi alleati una frattura che non si è ancora ricomposta. Il dibattito su privacy e sicurezza è di quelli epocali, sarà una battaglia culturale che ci accompagnerà per i prossimi decenni, riguarderà alcune delle decisioni di policy più importanti del nostro tempo e definirà il tipo di civiltà che vogliamo essere. L’avanzamento delle tecnologie di sicurezza richiederà un ripensamento continuo degli equilibri, l’evoluzione delle minacce richiederà risposte in continuo mutamento. Ma le decisioni recenti di Stati Uniti, Germania, Francia e Inghilterra mostrano che a questo appuntamento epocale l’occidente si sta presentando in ordine sparso, con parole d’ordine divergenti e il rischio che l’isolamento danneggi gli interessi comuni di sicurezza. E’ il peggior risultato ottenuto da Edward Snowden, per ora anche l’unico.
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