Yemen, sale la tensione tra Iran e Arabia Saudita
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Teheran invia due navi militari a largo delle coste del Paese sconvolto dal conflitto civile. Riad accusa: forniscono jet ai ribelli houti. Rohani incontra Erdogan: soluzione politica
Un carro armato nelle strade di Aden
08/04/2015 MAURIZIO MOLINARI CORRISPONDENTE DA GERUSALEMME
Prova di forza fra Iran e Arabia Saudita nelle acque dello Yemen travolto dalla guerra civile. Teheran ha inviato almeno due unità da guerra nel Golfo di Aden, dove già si trovano le navi di Arabia Saudita ed Egitto.
Sono stati i media iraniani a far sapere che il cacciatorpediniere “Alborz” e la nave appoggio “Bushehr” hanno lasciato il porto di Bandar Abbas con la missione di “proteggere i commerci iraniani dalla pirateria” nelle acque dello Yemen. A dare la notizia è stato l’ammiraglio iraniano Habibollah Sayyari, in un evidente gesto di sfida nei confronti dell’Arabia Saudita che - assieme a dieci alleati arabi - ha imposto il blocco navale ed aereo sullo Yemen dall’inizio dell’intervento, due settimane fa, teso a reinsediare il presidente Abdel Rabbo Mansour Hadi rovesciato in febbraio dalle milizie houti.
CENTIMETRI
«Le nostre navi pattuglieranno il Golfo di Aden, il Sud dello Yemen e il Mar Rosso» ha precisato l’ammiraglio di Teheran confermando che opereranno nelle stesse aree delle Marine saudita ed egiziana. Poche ore prima dell’annuncio di Teheran, il generale saudita Ahmed Asiri, portavoce dell’operazione panaraba “Decisive Storm”, aveva affermato da Riad di «disporre di prove sull’impegno di Iran ed Hezbollah per addestrare gli houthi ad uccidere yemeniti». In particolare Teheran avrebbe fornito agli houthi sostegno aereo: «Per una milizia tribale non c’è modo di avere dei jet, ma gli houthi ce l’hanno» ha detto il generale di Riad.
Il conflitto spiegato in 60 secondi
Nel conflitto in Yemen, i sauditi sostengono le fazioni sunnite favorevoli a Mansour Hadi mentre l’Iran fa altrettanto con gli houthi, di origine sciita. Intanto dal Pentagono arrivano più armi e informazioni di intelligence per sostenere lo sforzo militare dell’Arabia Saudita. Una mossa con cui Washington tenta di placare l’irritazione di Riad per l’accordo-quadro con l’Iran sul programma nucleare. Fermento diplomatico anche a Teheran, dove il presidente Hassan Rohani accoglie il collega turco Recep Tayyp Erdogan per promuove una «soluzione politica alla crisi» tentando di ostacolare in qualsiasi modo l’offensiva militare saudita.