Vigilanza bancaria a doppia opacità
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Bruxelles è pignola con le banche del sud e benevola coi tedeschi
di Redazione | 08 Aprile 2015 ore 06:18 Foglio
Sembra che la Commissione europea potrebbe aprire una procedura di infrazione contro Italia, Portogallo, Spagna e Grecia, per presunti aiuti di stato che le banche avrebbero ricevuto potendo mettere nel loro attivo patrimoniale una posta per crediti su benefici fiscali futuri (deferred tax asset), rivela il Financial Times. Ma, almeno in Italia, tali voci di attivi sono solo una parziale compensazione per la mancata detrazione fiscale dai bilanci correnti delle perdite su crediti accertate. Infatti, queste, per la normativa italiana, sono detraibili solo con rate quinquennali. D’altra parte, se un esercizio è passivo, le imprese possono portare in avanti per un quinquennio le perdite subite per eccesso dei costi sui ricavi. Si tratta di princìpi tributari che nulla hanno a che fare con “aiuti di stato”. La tesi brussellese pare opinabile. Gli stravaganti rimbrotti della Commissione Ue appaiono inoltre espressione di un singolare strabismo europeo.
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I commissari vanno alla ricerca di queste pagliuzze negli occhi delle banche dei paesi mediterranei ma non vedono la trave in quelle tedesche, soprattutto. Infatti le regole di Bruxelles sugli aiuti di stato sono confuse e ambigue e quelle dell’European banking authority (Eba) sono opache e, per quanto è dato sapere, discutibili. Deutsche Bank, primario istituto tedesco, non ha passato il test della Vigilanza negli Stati Uniti in relazione al peso dei suoi derivati, mentre ha passato agevolmente l’esame europeo che invece ai titoli over the counter non dà peso. Le Landesbanken, banche locali parapubbliche, ora contestano l’obbligo di sottostare alla Vigilanza Bce pure quando dovrebbero rientrarvi vista la loro stazza.