EU a Strasburgo Il Parlamento europeo alla resa dei conti sul riarmo. Von der Leyen: "Il tempo delle illusioni è finito"

La presidente della Commissione europea presenta ReArm Eu mentre Conte mette in scena protesta pacifista del M5s

Pietro Guastamacchia 11 mar 2025 iloglio.it

La presidente della Commissione europea presenta ReArm Eu mentre Conte mette in scena protesta pacifista del M5s. La capogruppo socialista fa il discorso più filo-ucraino della legislatura, mentre a 24 ore dal voto il Pd deve ancora prendere una posizione

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“La pace nella nostra Unione non può più essere data per scontata. Le prossime settimane e mesi saranno quelle del coraggio, il tempo delle illusioni è finito”. Il tono della presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, al dibattito di Strasburgo sul futuro della difesa Ue è quello degli eventi solenni. Che la situazione sia grave è chiaro alla maggioranza delle forze europee, ma non tutti sembrano aver recepito il messaggio.

A sostegno del piano ReArm Eu si schierano subito i popolari: "Dopo quello che è successo nello Studio Ovale" tra Trump e Zelensky "è evidente che ormai siamo da soli", attacca in aula il presidente del Ppe, Manfred Weber. "Certo, a me piacerebbe vedere delle truppe con la bandiera Ue, ma questo nel piano ancora non c'è. Il compito della nostra generazione sarà di creare una vera e propria unione della difesa, e il Ppe è pronto a fare la sua parte", sferza il bavarese.

Il suo sostegno al piano non è però un sostegno a von der Leyen. Dalle parole di Weber, infatti, riemergono le antiche ruggini tra i due leader cristiano-democratici. “Nel caso in cui Trump ci inviti alla trattativa di pace, però, chi parlerà per l'Europa? Von der Leyen? Costa? Merz? Macron? In futuro dovranno essere i cittadini a eleggere il presidente della Commissione, abbiamo bisogno di guardare oltre, è il momento di pensare in grande", spiega Weber in un impeto federalista.

Motore avanti tutta in direzione Kyiv anche per i Socialisti Ue, la cui capogruppo, Iratxe Garcia Perez, porta in aula uno dei discorsi più filo-ucraini della legislatura. "Non dobbiamo soltanto intervenire per consentire all'Ucraina di resistere, dobbiamo consentire all'Ucraina di vincere questa guerra e, per ottenerlo, abbiamo bisogno di azioni decise e coese. Con la resa di Kyiv alla Russia avremo perso una battaglia decisiva nei confronti della democrazia, battaglia che definisce e definirà il ventunesimo secolo. Come diceva Churchill a Chamberlain: due sono le scelte, fra la guerra e il disonore, ma se scegliamo il disonore avremo anche la guerra", sferza la socialista spagnola, mentre qualcuno scherza dagli scranni: “Ma è posseduta dallo spirito di Budanov?”.

Proseguono le giravolte del lepenista Bardella, che lancia ami verso il centro per far dimenticare i passati putinisti del suo Rassemblement National. Quella del francese, questa volta, è una mano tesa verso Meloni, che non farà molto piacere all’alleato leghista: "L'organizzazione di un vertice della famiglia occidentale, un'idea proposta dal presidente del Consiglio italiano, potrebbe permetterci di definire chiaramente i nostri obiettivi per la sovranità dell'Ucraina".

Il meloniano Procaccini, invece, vira verso un sì alle armi, ma a patto che “non sia una ripicca a Trump”. "Considerare ReArm Eu una sorta di rappresaglia contro Trump e gli Stati Uniti d'America è un errore tragico", spiega. "Investire sulla difesa e sicurezza, però, è un atto di dignità delle nostre nazioni e di rispetto per i nostri alleati internazionali". Per Procaccini l’occasione è ghiotta per tirare qualche bordata oltralpe. "Guardate l'ipocrisia delle importazioni europee di gas liquido dalla Russia, guidate dalla Francia. Soldi che Putin utilizza per farne missili con cui bombarda quotidianamente l'Ucraina. Quando Trump dice che l'Unione europea ha dato più soldi a Putin che a Zelensky, dice la pura verità". Parole che non passano inosservate alla liberale francese Valérie Hayer, che dal podio di Strasburgo rimanda le accuse al mittente, accusando il meloniano di “ripetere la propaganda di Trump e del Cremlino”.

A corollario della giornata, poi, c’è il Conte Show. L’ex premier si siede in tribuna stampa a Strasburgo e mostra cartelli contro il riarmo, mentre il suo eurodeputato Danilo Della Valle prende la parola in Aula. Della Valle porta con sé una bandiera della pace che vorrebbe consegnare a von der Leyen, che nel frattempo, però, ha lasciato l’aula, fregando il desiderio di photo opportunity pentastellata. E anche qui qualcuno sorride: “Eh, mica son tutti Ciocca, lui aveva anni di allenamento”, scherzano dagli scranni leghisti, ricordando l’eurodeputato del Carroccio, celebre per le sue imperversate con tanto di cappi sventolati sotto al naso della presidente della Bce, Christine Lagarde, o buste d’insalata fatte piroettare davanti agli occhi di von der Leyen.

Commenti   

#1 walter 2025-03-11 17:08
DAGOREPORT – COME MAI LA GRAN BRETAGNA, PAESE STORICAMENTE GEMELLATO CON GLI STATI UNITI, SI E' RIAVVICINATA DI COLPO ALL'EUROPA, DIMENTICANDO LA BREXIT? DIETRO LA SORPRENDENTE SVOLTA DI KEIR STARMER CI SONO STATI VARI INCONTRI TRA I GRANDI BANCHIERI ANGLO-AMERICANI SPAVENTATI DAL CAOS ECONOMICO CREATO DAI DAZI DI TRUMP E DALLE CRIPTOVALUTE DI MUSK - DI QUI, SONO PARTITE LE PRESSIONI DEL CAPITALISMO FINANZIARIO SU KEIR STARMER PER UNA SVOLTA EUROPEISTA SULL'ASSE PARIGI-LONDRA CHE OPPONGA STABILITÀ E RAGIONEVOLEZZA ALLE MATTANE DELLA CASA BIANCA – ANCHE LA CINA, CHE HA RIPESCATO I VECCHI CAPITALISTI COME IL FONDATORE DI ALIBABA JACK MA, SI STA PREPARANDO A RISPONDERE ALLA DESTABILIZZAZIONE TRUMPIANA (XI JINPING HA NELLA FONDINA UN'ARMA MICIDIALE: 759 MILIARDI DI dago

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