Contabilità fantasiosamente ballerine. Quanti sono i morti a Gaza, la propaganda dei macellai: Hamas detta, politici e giornalisti gonfiano i dati

Editorialisti e parlamentari sono convinti: nella Striscia sono stati uccisi civili a decine di migliaia. Addirittura raddoppiano le vittime dichiarate dagli stessi terroristi. L’obiettivo è sempre lo stesso: mistificare la realtà per accusare Israele di genocidio

9.10.2024 Iuri Maria Prado ilriformista.it lettura3’

Nel giro di pochi giorni, in deliziosa prossimità o in serena concomitanza con l’anniversario del pogrom del 7 ottobre, dal primo quotidiano d’Italia, da un notissimo sindaco del Partito democratico, da due segretari di partiti politici rappresentati in Parlamento, da un presidente di Regione, da un ex ministro, abbiamo potuto apprendere rispettivamente quanto segue: che a Gaza sono stati uccisi “forse 40mila civili”; che a Gaza ci sono “30mila o 40mila morti civili”; che Israele ha reagito al pogrom “uccidendo 50mila civili, donne e bambini”; che a Gaza sono stati uccisi in 40mila, “al 90% civili”; che “dopo il 7 ottobre ci sono stati 100mila morti”; che la reazione di Israele “ha portato al massacro di oltre 40mila persone, di cui quasi 20mila minori”.

Morti a Gaza, contabilità fantasiosamente ballerine

Come si vede, si tratta di contabilità fantasiosamente ballerine, tutte però ferreamente articolate sugli identici e solidissimi pilasti della falsità, della contraffazione, della mancanza di verifica. Il risultato, se non l’intento, è solo uno: la propaganda. E se si discutesse di fredde inaderenze quantitative, insomma del fatto che quei numeri, semplicemente, sono falsi o non verificati, si potrebbe soprassedere. Ma due ragioni impediscono di farlo. La prima: che è di persone uccise che si parla, non di aliquote fiscali o dei dati sull’ammaloramento dei lastrici solari. E la seconda: che il lavorìo mistificatorio sul numero dei morti civili, mentre non serve per nulla a rendere giustizia alle vittime, né a impedire che se ne facciano altre, serve invece moltissimo a trasfigurare la guerra nella scena genocidiaria buona per le platee della pubblica esecrazione.

Morti ammazzati a Gaza, la fonta è Hamas…

Quei numeri – tutti – sono semplicemente falsi, intanto perché la fonte che periodicamente li distribuisce (Hamas) è totalmente inattendibile. Ma anche perché neppure da quella fonte si osa sostenere che si tratti di 40mila o 50mila “civili”. E, se e quando non fossero falsi, quei numeri sarebbero comunque fuorvianti perché dire “di cui quasi 20mila minori” serve a fare impressione, non a fare verità. Perché i terroristi mettono in mano Kalashnikov e RPG ai 15enni e 17enni: “minori”, senza dubbio, minori la cui morte è un’oscenità irrisarcibile. Ma non riguarda la “reazione di Israele”, piuttosto la guerra di Hamas.

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7 ottobre, un anno dopo: le vittime, gli ostaggi, le proteste, la guerra e il proclama negazionista

L’obiezione – apparentemente ispirata a equanimità umanitaria, in realtà roba da cinici mestatori – è puntualmente che “se anche i civili uccisi fossero meno, sarebbe comunque un orrore”. Verissimo. Sarebbe un orrore anche se fossero 10 volte meno, 100 volte meno, 1.000 volte meno. E allora perché dare numeri falsi?

Quelli che esercitano ciò che l’Onu e la Corte Internazionale di Giustizia chiamano “potere de facto” a Gaza – cioè gli autori e i mandanti dei massacri del 7 ottobre – dicono che ci sarebbero stati, dall’inizio della guerra, pressappoco 41mila morti. Discutiamo, tanto per intendersi, della “fonte” che, circa 4 minuti dopo l’esplosione in un ospedale, aveva contato uno per uno “500 morti” e li aveva attribuiti “a un raid israeliano”. Su quella evidentissima panzana – che tale, una panzana, appariva subito e che come tale, una panzana, era accertata di lì a poco – un buon numero di magliari aveva costruito prime pagine e telegiornali di ventriloquia terroristica. Ma dimentichiamocene pure e teniamo per buono il dato dei 41mila morti in quest’anno di conflitto.

La propaganda degli stessi macellai

Ebbene: con quale decenza gli ineffabili personaggi di cui dicevamo in esordio parlano di 100mila morti e di 40 o 50mila “civili” uccisi? Abbiamo gli assassini, i terroristi, i massacratori, gli stessi che rivendicano di “usare i bambini come attrezzi”, i quali dicono che ci sono stati 41mila morti, perfino loro incapaci di sostenere che erano tutti civili o, come dice uno di quelli lassù, “al 90% civili”.

L’esercito israeliano dice che oltre 16mila erano miliziani. Falso? Può darsi. Ma, mentre chiediamo prove a Israele su quel dato, potremmo astenerci dalla propaganda che raddoppia i morti dichiarati dagli stessi macellai e che li chiama tutti civili? I civili veri – che ci sono, e che sarebbero troppi anche se fossero 1.000 volte meno – non meritano di essere accomunati agli assassini che li usano come sacchi di sabbia.

Iuri Maria Prado

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