Zacharova e l’OhioIl primo nemico dell’Occidente è l’Asse dell’Irrazionale

Dagli anti-imperialisti per Putin ai liberali per Netanyahu, dai pacifisti per Trump ai queer per Hamas, assistiamo alla soppressione del principio di non contraddizione

3 Ottobre 2024 La Linea Francesco Cundari, linkiesta.it lett3’

che ha consentito le alleanze più improbabili e quindi molto insidiose per la nostra democrazia, scrive Francesco Cundari nella newsletter “La Linea”. Arriva su www.linkiesta tutte le mattine dal lunedì al venerdì più o meno alle sette

Tra le notizie più rappresentative dell’epoca che stiamo vivendo va senz’altro annoverata la dichiarazione sulla crisi in Medio Oriente pronunciata ieri dalla portavoce del ministero degli Esteri russo, Marija Zacharova, per esortare tutte le parti coinvolte a «mostrare moderazione».

Dichiarazione già di per sé abbastanza grottesca, considerato il pulpito, e a maggior ragione considerato il tempismo, nel giorno in cui è stato diffuso il video registrato da un drone in cui l’esercito russo, nel Donetsk, fucila sedici soldati ucraini che si erano appena arresi.

Ma non meno significative mi paiono le parole di Benjamin Netanyahu contro «l’asse del male» guidato dall’Iran. Espressione utilizzata nel gennaio del 2002 da George W. Bush contro Iraq, Iran e Corea del Nord, in cui sembravano mescolarsi la formula anticomunista di Ronald Reagan («l’Impero del male») e la memoria dell’Asse tra l’Italia fascista e la Germania nazista ai tempi della Seconda guerra mondiale. Ma se esiste qualcosa di paragonabile all’Asse Roma-Berlino del secolo scorso, è evidente che il principale partner militare e ideologico di Teheran andrebbe cercato oggi nella Mosca di Vladimir Putin, che proprio in Ucraina utilizza da tempo i celebri droni iraniani (nonché i missili della Corea del nord). Un’alleanza in cui meriterebbe un posto di rilievo anche Donald Trump, che è al tempo stesso il maggiore sostenitore di Netanyahu a Washington e il principale asset di Putin negli Stati Uniti.

E qui arriviamo alla terza notizia da annoverare tra le più rappresentative di quest’epoca infelice, grottesca e irrazionale: la campagna di disinformazione russa per influenzare il voto americano diffondendo tra l’altro presunte e ovviamente risibili prove del fatto che Kamala Harris sarebbe «comunista». In pratica, una campagna maccartista pilotata dal Kgb, o per essere più precisi dai suoi legittimi eredi, portata avanti peraltro attraverso influencer di estrema destra, allo scopo di favorire la vittoria del candidato repubblicano alla Casa Bianca. La cosa potrebbe apparire troppo ridicola, e indurre più al sorriso che alla preoccupazione, ma sarebbe un errore.

Come ricorda infatti Maurizio Stefanini su Linkiesta, «il mese scorso è stato rivelato che un gruppo di influencer di estrema destra aveva ricevuto finanziamenti da personaggi legati ai media statali russi», per cifre che arrivavano fino a centomila dollari a settimana (loro si sono difesi dicendo che non sapevano che i loro così generosi finanziatori fossero legati alle autorità russe). E una simile origine sembra avere avuto anche l’assurda storia degli immigrati haitiani che mangiano gli animali domestici degli abitanti di Springfield, in Ohio, rilanciata da Trump nel dibattito contro Harris. Una bufala nata dall’arresto di una donna nella città di Canton, a circa due ore da Springfield, con l’accusa di crudeltà contro gli animali, di cui si era sparsa la falsa voce che fosse originaria di Haiti (è nata in Ohio nel 1997), prontamente ripresa, ingigantita e diffusa da account legati alla Russia, per esplodere finalmente nella campagna elettorale durante il dibattito televisivo. E di cui è impossibile dire, in senso stretto, quanto Trump sia stato vittima e quanto artefice, complice o semplicemente beneficiario.

Un’altra tipica caratteristica delle lotte politiche del nostro tempo, in cui la soppressione del principio di non contraddizione ha consentito le alleanze più improbabili e i cambi di campo più sorprendenti. Caratteristiche che rendono il nemico particolarmente insidioso proprio perché capace, grazie alle sue infinite contraddizioni, di ottenere tanto maggiori ed eterogenei sostegni: dagli anti-imperialisti per Putin ai liberali per Netanyahu, dai pacifisti per Trump ai queer per Hamas. Un Asse dell’Irrazionale che rappresenta la vera e più radicale minaccia alle basi stesse della democrazia occidentale.

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