USA Torri gemelle. IL MISTERO DELL’11 SETTEMBRE SI INFITTISCE: LA PRESUNTA SPIA SAUDITA…

LA POLIZIA BRITANNICA CONSEGNO' TUTTO ALL'FBI CHE HA TENUTO LE PROVE NASCOSTE PER 10 ANNI...

12.8.2024 dagospia.com lettura3’

ALL'INIZIO DEL 2000 LA PRESUNTA SPIA SAUDITA, OMAR AL-BAYOUMI, AVREBBE INCONTRATO DUE DEGLI 11 KAMIKAZE CHE FECERO CROLLARE LE TORRI GEMELLE (LI AIUTO' A PRENDERE IN AFFITTO UN APPARTAMENTO A SAN DIEGO PRIMA DELL'ATTACCO) - DIECI GIORNI DOPO IL PEGGIOR ATTENTATO DELLA STORIA AMERICANA, LA POLIZIA BRITANNICA FECE IRRUZIONE NELLA CASA INGLESE DI AL-BAYOUMI E SEQUESTRO' VARI OGGETTI, TRA CUI LO SCHIZZO DI UN AEREO FATTO CON INCHIOSTRO BLU E UN’EQUAZIONE MATEMATICA, USATA PER CALCOLARE LA VELOCITA' DI DISCESA DI UN AEREO - LA POLIZIA BRITANNICA CONSEGNO' TUTTO ALL'FBI CHE HA TENUTO LE PROVE NASCOSTE PER 10 ANNI...

Estratto dell’articolo di Massimo Basile per www.repubblica.it

Il disegno di un aereo. Una formula matematica. E l'oscuro dipendente di una compagnia aerea saudita in California. Ventitré anni dopo l’attacco terroristico dell’11 Settembre emergono nuove rivelazioni che potrebbero riscrivere la storia degli attentati che provocarono negli Stati Uniti tremila morti e chiamare in causa il governo saudita.

E seminano inquietanti dubbi sul perché prove trovate dall’intelligence britannica […] e consegnate all’Fbi vennero tenute segrete […]

Il nuovo mistero è emerso nel corso di un processo in corso a Manhattan ed è ultimo capitolo di una lunga battaglia legale avviata da oltre vent'anni dai familiari di alcune vittime […]. L’uomo al centro del caso […] è Omar al-Bayoumi, saudita, che all’epoca lavorava alle dipendenze di una compagnia aerea saudita a San Diego e che potrebbe avere svolto un ruolo di primo piano nel realizzare gli attentati. Il sospetto è che potrebbe aver aiutato il gruppo terrorista al Qaeda, o averne fatto parte.

Dieci giorni dopo gli attacchi, la polizia britannica fece irruzione nella casa inglese di Al-Bayoumi, sospettato di aver incontrato a Los Angeles, all’inizio del 2000, due degli undici terroristi che avevano partecipato all’attacco. L’uomo si era intrattenuto a lungo in un ristorante di Los Angeles con i due membri di al Qaeda. Li aveva aiutati a prendere in affitto un appartamento a San Diego. Tra gli oggetti sequestrati durante il blitz, lo schizzo di un aereo fatto con inchiostro blu su cui Al-Bayoumi aveva scritto una equazione matematica.

Nei mesi successivi, le autorità britanniche avevano consegnato il materiale all’Fbi. Sarebbero passati dieci anni prima che un esperto dell’agenzia federale riuscisse a interpretare quella formula: era stata usata per calcolare a quale velocità sarebbe sceso un aereo in modo da colpire un obiettivo all’orizzonte.

La Commissione 11 Settembre non venne mai informata. E non seppe mai dell’esistenza di un video, girato due anni prima dal saudita a Washington. Al-Bayoumi aveva ripreso da tutti i lati la Casa Bianca, definita nella registrazione “il più importante edificio” di Capitol Hill. Sulle immagini del National Mall, secondo il Times, si sentiva la sua voce parlare di “demoni della Casa Bianca”. Poi il saudita aveva fatto cenno a un “piano”.

Durante l’udienza, che si è svolta nell’aula della corte di Manhattan la settimana scorsa, è emerso che al-Bayoumi aveva ammesso nel 2021 che quel disegno dell’aereo era il suo. […] Nessuno degli elementi trovati prova il coinvolgimento diretto del governo saudita, anche se al-Bayoumi, secondo documenti dell’Fbi del 2017, risultava un agente non ufficiale al servizio dell’intelligence saudita.

George Tenet, che all’epoca degli attacchi era capo della Cia, ha detto che le nuove prove richiedono ulteriori approfondimenti. “Le famiglie dell’11 Settembre non meritano niente di meno”. L’unico che potrebbe fornire chiarimenti è proprio il sospettato, ma difficilmente si presenterà in aula: dopo essere stato arrestato e interrogato dalle autorità britanniche nel 2001, al-Bayoumi tornò in Arabia Saudita e da allora non si è più mosso.

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