ENTRARE A GAZA ERA "FACILE", 5.600 aperture individuate STANARE I TERRORISTI DI HAMAS NEI TUNNEL È LA PARTE DIFFICILE

GALLERIE SOTTERRANEE COSTRUITE DAI PALESTINESI PER NASCONDERE SOLDATI, ARMI, MEZZI E OSTAGGI, È PIU' AMPIA DEL PREVISTO

25.1.2024 dagospia.com lettura 2’

- LE OPERAZIONI DELL'ESERCITO ISRAELIANO VANNO A RILENTO PERCHE' LA RETE DI GALLERIE SOTTERRANEE COSTRUITE DAI PALESTINESI PER NASCONDERE SOLDATI, ARMI, MEZZI E OSTAGGI, È PIU' AMPIA DEL PREVISTO

- LE FORZE DELLO STATO EBRAICO LE STANNO PROVANDO TUTTE PER DISTRUGGERE I CUNICOLI, TRA ALLAGAMENTI, ESPLOSIONI E INCURSIONI, MA

OGNI GIORNO CHE PASSA, NE SPUNTANO DI NUOVI: I SOLDATI DELL'"IDF" AVREBBERO LOCALIZZATO 5.600 "APERTURE" CHE PORTAVANO A PROBABILI TUNNEL, MA...

Estratto dell'articolo di Guido Olimpio per il “Corriere della Sera”

L’ultimo tunnel è stato scoperto poche ore fa, ad una profondità di 20 metri e lungo circa un chilometro, vicino all’area di confine. Uno dei tanti costruiti con pazienza e dispendio di risorse dalle fazioni palestinesi a Gaza. Impossibile dire quanti ne abbiano realizzati in questi anni, uno sviluppo costante, metodico, trasformato in un vantaggio militare.

Le stime israeliane sostengono che la rete raggiunge le centinaia di chilometri in una zona non certo ampia. Nel corso dell’invasione — altro dato indicativo — i soldati avrebbero localizzato 5.600 «aperture» che portavano a probabili gallerie. […]

Il nodo cunicoli, richiamato in ogni crisi, è sempre in primo piano per aspetti che finiscono per incidere sull’intera operazione. Nell’ordine ostaggi, armi, movimenti. Uno dei tunnel individuati è stato adibito a carcere con opportune modifiche. […]

Le «segrete» sottoterra permettono alle Brigate al Qassam di usare gli ostaggi come scudi umani attorno ai capi super ricercati, di spostarli in caso di necessità e ne rendono impossibile (o quasi) la liberazione con un blitz. Le unità scelte devono procedere con cautela, evitare trappole e infine arrivare prima che gli estremisti uccidono le loro «prede». Manca il tempo, non esiste fattore sorpresa.

Hamas e le altre fazioni hanno messo in piedi officine per la produzione di equipaggiamenti militari nei tunnel. È ancora una scoperta recente a fornire le prove. La logistica dei gruppi ha trasportato macchinari e utensili al riparo dai bombardamenti massicci. All’interno delle grotte artificiali hanno messo a punto i controcarro a doppia carica, le bombe magnetiche da applicare sui «fianchi» dei Merkava, persino razzi.

È lo stesso Stato maggiore israeliano ad ammettere che i mujaheddin hanno accumulato scorte di viveri e munizioni. […] I giudizi su quanto Hamas sia stata indebolita divergono, c’è chi ipotizza una riduzione del 30 o 40 percento, ma la ferocia degli scontri con tanti caduti tra i ranghi Idf prospetta mesi duri. E i timori si dilatano perché la neutralizzazione dei tunnel non è per oggi. Allagamento, ricorso ai genieri, intervento di team addestrati a questa unica missione, «soluzioni industriali» (mai spiegate bene), strumenti elettronici e sismici non hanno ancora sconfitto una tattica antica quanto la guerra.

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