L’accusa dell’Ong filo israeliana: alcuni reporter sapevano in anticipo della strage del 7 ottobre

Un collaboratore di Reuters e Ap ha filmato i militanti che entravano nel kibbutz Kfar Aza

10.11. 2023 - 06:59 di Redazione, open.online lettura1’

Il 7 ottobre, giorno dell’attacco di Hamas e Israele, quattro fotografi di Gaza che lavorano per Associated Press e Reuters si trovavano sui luoghi del massacro. Si chiamano Hassan Eslaiah, Yousef Masoud, Ali Mahmud e Hatem Ali e hanno così documentato rapimenti e violenze. Ma l’Ong filo-israeliana ha pubblicato una serie di «indizi» che hanno fatto sorgere alcuni dubbi. In particolare su Eslaiah. Il Corriere della Sera fa sapere oggi che il collaboratore di Cnn e Ap ha catturato le immagini dei militanti di Hamas che entravano nel kibbutz Kfar Aza. E ha postato un video in cui si autoinquadra mentre un carro armato è in fiamme. Ma soprattutto, è protagonista di un filmato in cui si trova in moto dietro a un miliziano. E tiene nella mano sinistra una granata.

Hamas ed Hassan Eslaiah

Nel frattempo è anche emerso uno scatto (che risale al 2020) in cui è abbracciato al leader Yahya Sinwar. L’ufficio stampa del governo di Israele li ha definiti «complici di crimini contro l’umanità». «Se ci sono giornalisti che sapevano dell’attentato, e che hanno scattato foto mentre i bambini venivano massacrati, non sarebbero diversi dai terroristi e la loro punizione dovrebbe essere severa», ha dichiarato Benny Gantz, leader israeliano. Reuters e Ap, insieme al New York Times e alla Cnn che hanno usato i loro servizi, hanno replicato che nessuno in redazione era a conoscenza dell’attacco. «Sono accuse sconsiderate che mettono a rischio i nostri giornalisti sul campo, in Israele e a Gaza», ha scritto il Nyt. Mentre l’analista palestinese Muhammad Shehada accusa Israele di voler screditare i reporter. Ma Cnn e Ap hanno sospeso la collaborazione con Hassam Eslaiah.

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