COME HANNO FATTO I JIHADISTI CON I DELTAPLANI A FOTTERE L’IPERTECNOLOGICO ESERCITO DI ISRAELE?

LA RAGIONE FORSE STA PROPRIO NELL’ECCESSIVO RICORSO ALLA TECNOLOGIA: UNA VOLTA FATTE FUORI LE TORRI RADIO DELLA "DIVISIONE GAZA",

9.10.2023 dagospia.com

L’INTERA RETE DI SICUREZZA DELLO STATO EBRAICO SI È DISSOLTA. QUELLA ZONA ERA PRESIDIATA DA SENSORI, DRONI E ROBOT, CON SOLO UNA MANCIATA DI SOLDATI – LA FRAGILITÀ DEI SERVIZI (DA ANNI È IN ATTO UNO SCONTRO TRA MOSSAD E SHIN BET) E QUELLA DELLA POLITICA HANNO FATTO IL RESTO: NETANYAHU, PER ACCONTENTARE L’ESTREMISTA BEN GVIR, MINISTRO DELLA SICUREZZA, HA SVUOTATO IL FRONTE DI GAZA, SPOSTANDO LE TRUPPE IN CISGIORDANIA… - VIDEO

Estratto dell’articolo di Gianluca Di Feo per “la Repubblica”

«Il quartiere generale della Divisione Gaza è pronto per ogni scenario». È consuetudine che nei momenti di crisi il primo ministro visitasse quella base per tranquillizzare la popolazione. Benjamin Netanyahu lo ha fatto nel 2018 e 2019, Naftali Bennett nel 2021 e nel 2022. La fortezza costruita accanto al kibbutz Tel Re’im, “la collina degli amici”, controllava tutte le difese sul confine Sud ed era il simbolo della superiorità militare e tecnologica di Israele. Sabato mattina è diventato l’epicentro della disfatta delle sue forze armate.

Cinque ore dopo l’inizio dell’invasione, Hamas è riuscita ad espugnare il comando della Divisione Gaza, decapitando lo schieramento israeliano. Gli incursori palestinesi l’hanno trovato sguarnito: due sole sentinelle al cancello, pochi ufficiali e specialisti dell’intelligence che hanno disperatamente affrontato gli assalitori. […] Nei piazzali sono rimasti mezzi corazzati e robot cingolati; nei magazzini centinaia di casse di armi e, cosa ancora più grave, sui tavoli dozzine di computer con i dati più segreti della nazione.

Una sconfitta scioccante, che resta incomprensibile. Probabilmente la maggioranza dei militari erano a casa per la festività, un drammatico replay di quello che è avvenuto 50 anni fa con il raid arabo scatenato durante la celebrazione dello Yom Kippur. Ma sabato proprio sugli schermi dell’installazione di Re’im dall’alba continuavano ad arrivare le immagini riprese dai droni in volo su Gaza con i lanci di razzi e la carica dell’orda contro le case di Sderot. Da lì doveva scattare la risposta all’offensiva, invece non si è neppure trasmesso lo stato di allerta. Quando il colonnello Sahar Makhlouf, il numero uno del Battaglione Comunicazioni 481, è stato ucciso, l’intera rete di sicurezza si è dissolta: i reparti hanno smesso di ricevere ordini, lo scudo di Israele si è frantumato.

Hamas aveva studiato tutto. L’intelligence israeliana non sapeva nulla dei piani palestinesi; loro invece conoscevano ogni minimo dettaglio. […] Per prima cosa hanno colpito […] le torri di guardia e i sistemi di sorveglianza. Poi mentre partivano centinaia di razzi, obbligando i militari a scendere nei rifugi, sono decollati i parapendio a motore. I sabotatori sui “tappeti volanti” sono atterrati oltre la barriera e hanno fatto esplodere il muro. Nel varco si sono infilati moto e quad, seguiti da camionette zeppe di jihadisti.

[…] Ogni gruppo aveva un obiettivo preciso. Alcuni dovevano seminare il caos – “fauda”, parola identica in arabo ed ebraico che ha dato titolo alla serie tv – sparando sui civili. Altri si sono diretti contro le installazioni militari, distruggendo antenne e centrali telefoniche.

Il comando della Divisione Gaza ha fatto intervenire la “forza di reazione rapida”. Una mossa prevista dai jihadisti, che hanno immobilizzato il tank Merkava con droni e guastatori mentre i fuoristrada venivano crivellati di raffiche. A quel punto non c’era più nulla che potesse fermarli. […]

Le cause di questo disastro verranno studiate per anni. A caldo, c’è chi accusa Netanyahu di avere svuotato il fronte di Gaza, trasferendo 26 battaglioni, pari al 70% delle truppe, in Cisgiordania. Ma c’è già una lezione strategica: la hybris tecnologica. Sugli spalti di Israele c’era una moltitudine di sensori, visori, droni, robot e soltanto una manciata di soldati in carne e ossa.

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