“D’ORA IN POI PUTIN DEVE GUARDARSI LE SPALLE, IL REGIME È SPACCATO” - L’EX DIRETTORE DELLA CIA, LEON PANETTA:

“PUTIN HA DETTO CHE PRIGOZHIN È UN TRADITORE, MA ALMENO FINORA NON LO HA PUNITO: È UN GRAVE SEGNALE DI DEBOLEZZA, CHE IN UNA MONARCHIA ASSOLUTA.

29.6.2023 dagospia.com lettura2’

INVITA I SUOI AVVERSARI AD APPROFITTARNE PER ATTACCARLO - LA BRIGATA WAGNER CONTINUERÀ AD OPERARE IN AFRICA, DOVE HA GLI INTERESSI PIÙ FORTI. E SUCCEDERÀ INDIPENDENTEMENTE DAL DESTINO DI PRIGOZHIN - È ESSENZIALE FAR CAPIRE A PUTIN CHE...”

Estratto dell’articolo di Paolo Mastrolilli per “la Repubblica”

«Putin ora deve guardarsi le spalle». È un’analisi […] dell’ex capo di Pentagono e Cia Leon Panetta […] «La premier Meloni è stata una sorpresa positiva, e il presidente Biden dovrà rispondere durante la visita alla Casa Bianca sottolineando che Roma è un alleato essenziale, ma la linea giusta andrà confermata anche nel rapporto con la Cina».

[…] Prigozhin aveva appoggi all’interno del sistema?

«Il potere di Putin è come quello di un monarca assoluto, e quindi non prevede la possibilità di debolezze. Anche se l’insurrezione non è riuscita a rovesciarlo, o non aveva mai avuto l’obiettivo di farlo, il segnale che ha lanciato è inequivocabile. […] ha evidenziato spaccature molto gravi all’interno del regime. Poi Putin ha detto che Prigozhin è un traditore, ma almeno finora non lo ha punito […] è un grave segnale di debolezza, che in una monarchia assoluta invita i suoi avversari ad approfittarne per attaccare il re».

Non teme che possa reagire usando le armi atomiche, come ha minacciato in varie occasioni?

«Non credo che possa farlo. È già molto isolato nel mondo, e se facesse ricorso all’arsenale nucleare perderebbe anche l’appoggio del presidente cinese Xi Jinping, ossia l’unico alleato forte che gli è rimasto».

Che cosa succederà all’esercito dei mercenari di Wagner?

«Continuerà ad operare, in Europa, ma soprattutto in Africa e Medio Oriente, dove ha gli interessi economici più forti. Questo succederà indipendentemente dal destino di Prigozhin».

Quale effetto avrà la crisi sulla guerra in Ucraina?

«[…] è un altro colpo al morale già molto basso delle forze armate regolari […]».

Ma non c’è il pericolo che Wagner torni ad attaccare Kiev da nord?

«Bisogna essere pronti a tutte le possibilità».

È vero che la controffensiva sta andando peggio del previsto?

«Io ho visto rapporti secondo cui, in alcune zone, gli ucraini hanno riconquistato tra 15 e 50 miglia di territorio. Quindi non è così lenta. Ovviamente sono operazioni più complicate che richiedono tempo, perché attaccare è sempre più difficile e i russi hanno potuto fortificare le loro difese».

[…] Il vertice Nato di Vilnius dovrà aprire le porte all’ingresso dell’Ucraina?

«Di sicuro dovrà dare garanzie di sicurezza immediate, e l’impegno duraturo per la deterrenza nel futuro. È essenziale far capire a Putin che non può sperare di fiaccare la nostra determinazione a sostenere Kiev, perché è l’unica strada per convincerlo ad una trattativa diplomatica seria. Se ciò includa o meno l’ingresso ufficiale dell’Ucraina nell’Alleanza è un altro discorso, e si sta lavorando sul linguaggio».

Se Kiev diventasse membro, l’articolo V obbligherebbe gli Usa ad intervenire in sua difesa, così come se Wagner minacciasse la Polonia o i Paesi baltici.

«È vero, e questo è uno degli elementi che provocano preoccupazione in molti. Però fa parte delle responsabilità della Nato e bisogna essere pronti a rispettarle, se si vuole che l’Alleanza abbia un effetto efficace e il sistema democratico un futuro».

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