Lussemburgo blocca proposte Ue anti evasione
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Il Lussemburgo guidato dal primo ministro, Jean-Claude Juncker, dal 1995 fino al 2013 ha ostacolato e bloccato gli sforzi dell’Unione Europea per combattere l’evasione fiscale
Di Giorgia Pacione Di BelloItalia Oggi, 2.1.2017
Il Lussemburgo guidato dal primo ministro, Jean-Claude Juncker, dal 1995 fino al 2013 ha ostacolato e bloccato gli sforzi dell’Unione Europea per combattere l’evasione fiscale. Questo quanto emerge da dei documenti arrivati alla “German radio group NDR”che poi ha condiviso con il Guardian e l’ “International Consortium of Investigative Journalists”. Tutta la questione ruota attorno al Gruppo "Codice di condotta Tassazione delle imprese" istituito dal Consiglio Ecofin il 9 marzo 1998. Questo organismo si occupa principalmente di valutare le misure fiscali attinenti al codice di condotta in materia di tassazione delle imprese, adottato nel dicembre 1997, e di vigilare sulla fornitura di informazioni riguardo a tali misure. Il codice di condotta non è uno strumento giuridicamente vincolante, ma la sua adozione richiede l'impegno degli Stati membri a: abolire le misure fiscali esistenti che costituiscono una concorrenza fiscale dannosa e ad astenersi dall'introdurne di nuove in futuro.
Dai documenti, è quindi emerso come la maggior parte degli Stati membri dell’Ue ha adottato in ritardo o in maniera più soft alcune politiche fiscali, per colpa dell’azione di alcuni membri del Gruppo, guidati dal Lussemburgo e dai Paesi Bassi. Alcune delle proposte più popolari che hanno visto l’opposizione del Lussemburgo sono state:
• il progetto secondo il quale ogni stato membro avrebbe dovuto redigere un rapporto in merito alle relazioni che si intrattenevano con le multinazionali locali.
• Mettere in atto un'indagine transfrontaliere sulla strategia di elusione fiscale, nota come "disallineamenti ibridi" (tecnica spesso utilizzata dalle multinazionali per ottenere un “risparmio fiscale” artificiale).
• Migliorare la condivisione delle informazioni fiscali tra gli stati membri.
Il portavoce del ministero delle finanze del Lussemburgo, ha rifiutato di commentare i documenti portati alla luce sostenendo che "non abbiamo alcuna conoscenza dei documenti detti, e se questi rispondono al vero, e quindi non posso commentare”. Il portavoce ha aggiunto anche che "negli ultimi anni il Lussemburgo è stata in prima linea in materia fiscale per combattere l’evasione”. Tesi confermata, secondo quanto rivela Il Guardian, da esperti fiscali consultati: il Lussemburgo ha, infatti, iniziato ad allontanarsi da determinate politiche fiscali aggressive da quando il primo ministro è Xavier Bettel.
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