Referendum, giro di poltrone a Bruxelles. Strada in salita per Pittella
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Più difficile la partita per Pittella che punta alla presidenza del Parlamento europeo. Tempi duri per i democratici al Pe terremoto anche a Bruxelles. Referendum, Renzi si dimette: la Troika si avvicina all'Italia
Di Tommaso Cinquemani Affaritaliani 5.12.2016
Un effetto indiretto della sconfitta di Matteo Renzi al referendum costituzionale si avrà anche a Bruxelles, dove a fine anno scade la prima metà del mandato del Parlamento europeo. Significa che tutte le cariche, dalle piú piccole alle piú grandi, vengono rimesse in gioco. Dal presidente della Commissione Ue fino ai vicepresidenti dei gruppi parlamentari ci sará un giro di nuove nomine, con forze che salgono e forze che scendono.
Martin Schulz appena pochi giorni fa ha annunciato di voler rinunciare alla ricandidatura a presidente del parlamento europeo aprendo di fatto la corsa per i nuovi candidati. In pole position c'era, fino a qualche ora fa, Gianni Pittella, capogruppo dei Socialisti e Democratici all'Eurocamera. Era, perché con la sconfitta di Renzi e di riflesso del Pd al referendum qualcuno potrebbe mettere in dubbio il suo nome.
Ma la decisione si inserisce in uno schema ben piú ampio. Se infatti la presidenza di Commissione e Consiglio é in mano ai popolari Jean Claude Juncker e Donald Tusk, quella del parlamento dovrebbe andare ai socialisti. "Dobbiamo combattere la nostra battaglia. Questo significa che non possiamo permettere che il centrodestra abbia tutte le 3 presidenze della Ue. Il secondo gruppo parlamentare piu' grande deve essere rappresentato", ha ricordato da Praga il Presidente del Pse, Sergei Stanishev. Per Stanishev "i socialisti non accettano lo status quo: ne' sull'austerity ne' sulle diseguaglianze ne' sulla poverta' ne' sulla disoccupazione e sull'esclusione sociale".
Ma non é detto che da parte popolare non ci sia la pretesa di avere anche la poltrona che fu di Schulz. In fondo, fanno sapere fonti di Bruxelles, il Ppe ha vinto le elezioni europee, dunque potrebbe avere tutte le cariche apicali (anche se 'governa' l'Europa in una grande coalizione con i socialisti). Manfred Weber, il potente capogruppo del Ppe, ha fatto sapere che non si vuole candidare, ma che il suo gruppo avanzerà delle proposte concrete. Weber ha spiegato: "Sono il gestore del processo, ne' piu' ne' meno, non saro' il candidato del gruppo Ppe per il posto di presidente del Parlamento".
Parlamento Ue, risalgono le quotazioni di Tajani
Se in Italia si votasse domani e se il Centrodestra uscisse vincitore qualche speranza potrebbe allora averla Antonio Tajani, gia´commissario all'Industria della Commissione Barroso e ora eurodeputato di Fi. In molti fanno il suo nome in ambito popolare, ma non é certo l'unico. Una cosa é certa: a decretare i nuovi equilibri a Bruxelles e Strasburgo sará anche la posizione di Angela Merkel e del blocco nord-europeo.
Referendum, ripercussioni anche per il gruppo Pd a Strasburgo
Ma a ben guardare gli equilibri potrebbero cambiare anche all'interno del gruppo Pd al Parlamento Ue. Anche a Strasburgo infatti i democratici si sono divisi in due. Da una parte i supporter del premier e del Sí, guidati dal capodelegazione Patrizia Toia. Dall'altra i sostenitori del No, la minoranza, guidati da Antonio Panzeri. Se fino ad oggi la riconferma di Toia era data per probabile, ora lo é un po' meno. Dopo le dimissioni di Renzi nel Partito democratico ci sará un momento di riflessione e di ricerca di un nuovo indirizzo, che alcuni vorrebbero passasse da un congresso. Questo significa nuovi equilibri di forza che peró si formeranno solo nel 2017, troppo tardi (forse) per influire sulle scelte attuali.
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