ANCHE VETERANI DELL’ESERCITO A DIFENDERE GLI INDIANI SIOUX IN RIVOLTA CONTRO LA COSTRUZIONE DELL’OLEODOTTO DEL NORTH DAKOTA –

PER LE TRIBU’ IL PROGETTO RISCHIA DI SVENTRARE LE LORO TERRE SACRE E MINACCIA LE FONTI D' ACQUA

Massimo Gaggi per il “Corriere della Sera” 4.12.2016

Dopo gli ambientalisti, a difendere gli indiani in rivolta contro la costruzione dell' oleodotto del North Dakota che, dicono, sventra le loro terre sacre e minaccia le fonti d' acqua, arrivano anche i veterani. Quando, due mesi fa, entrai nel campo della protesta della tribù Sioux di Standing Rock, i ribelli in lotta contro l' oleodotto della Energy Transfer Partners si stavano già preparando per l' inverno: soffiavano i primi venti freddi che sradicavano le tende estive, gran parte della cittadella della protesta doveva essere smantellata.

Ma restava un grosso presidio di rappresentanti di oltre 200 tribù indiane e dei movimenti ecologisti, decisi ad andare fino in fondo. Cominciavano ad arrivare le tende invernali e la sorveglianza della polizia era discreta e garbata: ai posti di blocco a nord del campo le guardie si limitavano a chiederti di fare attenzione perché avresti potuto trovare gente che camminava lungo la strada.

Da allora le cose sono molto cambiate e non solo perché il generale inverno ha coperto di una spessa coltre di neve Oceti Sakowin, questo villaggio improvvisato a pochi chilometri da Cannon Ball: ci sono stati ripetuti scontri con le forze dell' ordine, droni dei ribelli abbattuti dalla polizia perché volavano pericolosamente vicini ai loro elicotteri, battaglie durante le quali gli uomini dello sceriffo Kirchmeier hanno lanciato lacrimogeni, sparato pallottole di gomma, sparso acqua gelida sui dimostranti con gli idranti.

Adesso, dopo l' ordine di sgombero del campo, arrivano a proteggere gli uomini della protesta, frapponendosi tra loro e la polizia, 3500 veterani guidati da Wesley Clark jr, il figlio del generale che comandò la missione militare alleata nei Balcani durante la presidenza di Bill Clinton.

Il campo dei manifestanti, subito fuori la riserva indiana di Standing Rock, è stato costruito su un terreno pubblico, di proprietà dell'«Army Corps of Engineers», praticamente il genio militare. L' esercito potrebbe quindi deciderne lo sgombero, ma non l' ha fatto per non aggravare la crisi e perché il governo federale non ha mai dichiarato infondate le ragioni degli indiani.

A prendere l' iniziativa è stata la polizia locale giustificando lo sgombero non con la volontà di «ripulire» il territorio e far cessare la protesta, ma con ragioni di sicurezza, visto che la prossima settimana in questa zona la temperatura scenderà a 16 gradi sotto zero. Ma quando lo sceriffo, in difficoltà, ha chiesto un aiuto federale al ministro della Giustizia, Loretta Lynch, ha trovato porte sbarrate. L' arrivo dei veterani ora rende ancora più difficile risolvere la controversia con un' evacuazione forzata: lo stallo durerà anche nei rigori invernali. Poi, dal 20 gennaio, anche qui la palla passerà a Donald Trump.

Categoria Estero

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