Il vicepresidente degli imam di Francia si dimette: "Ormai è difficile distinguere l'islam dall'islamismo"
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Hocine Drouiche, imam di Nimes, prima di partire per Nizza: "Mi auguro che nelle moschee si parli dell'attentato, non di cose che non c'entrano nulla"
di Matteo Matzuzzi | 15 Luglio 2016 ore 11:32
"Annuncio le mie dimissioni e il mio rifiuto di queste istituzioni incompetenti che non fanno nulla per la pace sociale e che non la smettono di ripetere che l'estremismo non esiste, che è prodotto dai mass media". Il vicepresidente della Conferenza degli imam di Francia, Hocine Drouiche, imam di Nimes e candidato alla carica di rettore della Grande moschea di Parigi, comunica pubblicamente la decisione di lasciare ogni incarico all'interno della comunità musulmana francese. Lo fa in polemica con quanti, a cominciare da imam e predicatori, non hanno ancora speso una parola su quanto avvenuto a Nizza. "Spero che gli imam di Francia lascino perdere le loro riserve negative e, soprattutto, che non parlino nelle loro prediche del venerdì di argomenti che non hanno nulla a che fare con l'attentato. Il loro ruolo è quello di combattere l'odio e l'integralismo religioso".
All'indomani della strage del Bataclan, a Parigi, Drouiche spiegava al Foglio che "non si potranno mai fare passi avanti se i musulmani europei non si mettono in testa che l’estremismo è diventato un fenomeno evidente all’interno della loro stessa comunità. Dobbiamo dire la verità”, aggiungeva: “Dai musulmani non è arrivato un vero impegno a trovare una soluzione al grande problema della radicalizzazione e dell’odio. Io auspico che gli eventi di Parigi possano svegliare i musulmani in Francia, in Italia e in tutta Europa per salvare la nostra convivenza e il futuro delle nostre società".
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Un anno fa, sempre a questo giornale, inquadrava il cuore del problema: "L'odio è divenuto l'elemento caratterizzante del discorso islamico, specialmente in Europa, così da poter mobilitare i giovani musulmani contro l'occidente".
Qualche giorno fa, dopo la strage di occidentali a Dacca, commentava nuovamente: "Avevamo sempre pensato che il terrorismo fosse nato in Iraq e in Afghanistan a causa dell’orgoglio dell’Amministrazione Bush. La primavera araba ha mostrato con chiarezza che il problema dell’islamismo è legato alla crisi teologica e giuridica dell’islam".
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