Stretta finale sulla 'bad bank'. Padoan contro la Vigilanza della Bce
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Ultimi giorni di "intenso" lavoro, per dirla con le parole del ministro Pier Carlo Padoan, sulla bad bank italiana. Entro la metà della prossima settimana potrà arrivare il via libera europeo al piano architettato dai funzionari di Bankitalia, del Mef e dai loro consulenti
Sabato, 23 gennaio 2016 - 13:45:00 Affaritaliani
Ultimi giorni di "intenso" lavoro, per dirla con le parole del ministro Pier Carlo Padoan, sulla bad bank italiana. Entro la metà della prossima settimana - se il colloquio decisivo tra il titolare delle Finanze e la commissaria europea alla Concorrenza, Margrethe Vestager, in agenda martedì prossimo andrà liscio - potrà arrivare il via libera europeo al piano architettato dai funzionari di Bankitalia, del Mef e dai loro consulenti. Il ministro italiano lo ha ribadito in una intervista da Davos, sottolineando che sulle banche l'Italia ha "un dialogo molto positivo" con la Ue e che si attende una "accelerazione" riguardo alla soluzione del nodo delle sofferenze.
Le mosse del governo e la critica a Francoforte. "In questa settimana è previsto in Consiglio dei Ministri una serie di misure sul sistema bancario che dovrebbe comprendere una misura di autoriforma delle banche cooperative. Inoltre sono previste nuove misure aggiuntive sulle misure di risoluzione dei contratti, che si traducono in un valore più elevato rispetto alle sofferenze delle banche, che rafforza il sistema nel suo complesso", ha aggiunto in conferenza stampa. Per Padoan, "l'accumularsi di crediti deteriorati ha rallentato l'economia. Siamo in una fase successiva, cioè di rimozione di questi ostacoli che ci sono e che sono la conseguenza di 3 anni di recessione continua. L'Italia è il Paese che ha messo meno denaro pubblico in salvattagi. Il sistema bancario italiano, pur attraversando un grave periodo di crisi, è solido".
Padoan è tornato anche sul crollo delle banche italiane in Borsa, scattato con movimenti speculativi a seguito di una presunta notizia sulla distribuzione di un questionario da parte della Vigilanza Bce, guidata da Danièle Nouy, agli istituti. In un primo momento sembrava fosse ad hoc per le banche italiane, poi è stato chiarito che era destinato a una quarantina di banche in tutta Europa e non avrebbe richiesto ulteriori accantonamenti. Lo stesso governatore Mario Draghi ha voluto più volte chiarire questo punto e ha parlato di "confusione" in Italia. Il ministro ha però rimarcato che sui crolli di Borsa ha pesato una "gestione della comunicazione poco accorta da parte della vigilanza Bce". A causa di quell'errore "c'è stata una redistribuzione della ricchezza".
La bad bank. Venendo all'architettura della bad bank in via di definizione, si tratta di una soluzione "leggera" al problema dei crediti in sofferenza, cioè quei prestiti che le banche hanno erogato anni addietro e che - complici i lunghi anni di crisi - le imprese e le famiglie non sono in grado di ripagare. E' uno dei macigni sul sistema del credito italiano: una montagna da oltre 200 miliardi di crediti cattivi, 88 al netto delle loro coperture, che per le banche rappresentano un ostacolo all'erogazione di nuovi finanziamenti.
Se l'Ue dovesse accordare un sostanziale via libera alla proposta italiana, il progetto potrebbe tradursi in un provvedimento legislativo in tempi brevi, arrivando probabilmente già sul tavolo del Consiglio dei ministri il 27 o il 28 gennaio, in coincidenza con la riforma delle Bcc. Non è escluso che nello stesso Cdm possano essere esaminati anche i decreti salva-risparmiatori, ma la definizione congiunta Mef-Giustizia-Anac dei dettagli sui rimborsi potrebbe richiedere anche qualche giorno in più.
Tutto dipenderà però dall'esito del faccia a faccia di martedì prossimo. Le turbolenze che negli ultimi giorni hanno colpito i titoli degli istituti italiani in Borsa hanno sicuramente imposto un'accelerazione al confronto Roma-Bruxelles, che lo stesso Padoan definisce con un certo ottimismo a un buon punto, ma alcuni nodi fondamentali - a partire dal prezzo della garanzia dello Stato - sono ancora al centro delle discussioni tecniche, in prosecuzione anche nel fine settimana. Ad essere ancora oggetto della trattativa è proprio l'ammontare della garanzia. In base a quanto ricostruito dall'agenzia Bloomberg, lo Stato potrebbe esporsi per un massimo di 40 miliardi (i Npl lordi arrivano a circa 200 miliardi), ma da definire è anche il prezzo della garanzia. Argomento probabilmente al centro dei colloqui tra Mef e la direzione Concorrenza di Bruxelles.
La soluzione condivisa si dovrebbe basare sulla nascita di veicoli ad hoc, denominati special purpose vehicle (in pratica singole bad bank), a cui vendere le sofferenze. A costituirli saranno le banche, da sole o a gruppi, se troppo piccole per potersi permettere la costituzione di un veicolo 'personale'. Una volta acquistati i crediti deteriorati, gli Spv potranno cartolarizzarli, ovvero emettere obbligazioni con al loro interno i Non performing loans da vendere sul mercato. In pratica lo stesso meccanismo utilizzato per i mutui subprime negli Stati Uniti. A differenza di quei prodotti, causa della crisi finanziaria del 2008, i titoli italiani - o almeno parte di essi - avranno però una garanzia pubblica. Ad essere garantite in toto dovrebbero essere le obbligazioni senior, acquistabili non solo da parte dei fondi specializzati ma, proprio grazie alla garanzia dello Stato, anche da investitori istituzionali e Bce. Le junior non avrebbero invece alcun paracadute e sarebbero destinate invece solo ai compratori "esperti". In mezzo, potrebbero esserci anche titoli mezzanine, con una garanzia parziale, comunque acquistabili da parte della Banca centrale europea.